La cattedrale: l'abside ed il presbiterio
La parte terminale o absidale di Santa Maria, corrisponde
in pieno a quanto rimane delloriginaria moschea. Dalle dodici arcate ogivali
che immettevano dallambulacro circolare al locale interno, luogo di preghiera,
solo cinque ne sono rimaste. Il corridoio venne interrotto con tramezzi per la
trasformazione in cappelle gotiche, nel secolo XVI, come ampiamente si è
già detto. Dopo la cappella della Madonna delle Nevi, la successiva, nuda
e vuota per assenza di altare ha la volta di puro stile gotico, con mensole, nervature
e chiave di volta in ottimo stato.
Segue quella centrale, chiamata cappella del campanile, in corrispondenza del
portale gotico fiorito. Ancora meglio che nelle altre appare larmoniosa
semplicità della volta, dai conci ben levigati e disposti ad anelli concentrici.
La raffinata eleganza, già sottolineata per lesterno, qui si concentra
nelle cordonature sottili, splendidamente modellate, che formano per questo locale
in particolare un piccolo gioiello di arte gotica, definito dai critici darte
volta nervata gotica ombrelliforme. Esposta al pubblico una bella campana di bronzo
ed a destra la porta di accesso alla scala a chiocciola per la quale si accede
al campanile. La quarta cappella viene chiamata dagli algheresi della falsa croce
(Creu falsa) in quanto vi è custodito, durante lanno, il robusto
supporto di legno per la croce che verrà poi applicata e quindi esposta
per la cerimonia del Venerdì Santo. Lultima delle cappelle gotiche
è dedicata a S. Andrea. Laltare è in pessime condizioni, comè
pure rovinata la grande tela che sovrasta laltare, con la figura dellApostolo.
Degni di nota sono i tre gradini dellaltare (per candelieri e vasi) di marmo
intarsiato di buon disegno e colori. Dopo aver visto le cinque cappelle, locchio
si può soffermare sugli alti pilastri che separano le cinque arcate ogivali.
I cartigli di pietra, a forma di losanga, sono una nota particolare di questo
tempio. Nessunaltra chiesa gotica li ha propri come elemento decorativo
o funzionale.
Invece, nellantica moschea algherese, i 114 cartigli contenevano di certo
i titoli delle 114 Sure del Corano. In alto i bei capitelli sobri, dovevano avere
scritto niente altro che il nome di Allah. Divenuta la moschea una chiesa, per
la trasformazione delledificio islamico in tempio cristiano, i capitelli
che coronavano le lesene o pilastri di cui si è detto, vennero segati per
quasi la metà. Nel vano così ricavato furono inseriti o incastrati
dei mezzi capitelli con le allegorie dei quattro Evangelisti, a due a due: il
toro, il leone, laquila, e lAngelo. Ma gli scudetti, ben visibili,
non portano più la leggenda che avrebbero dovuto avere in origine. Il catino
absidale che ha sostituito per quasi la metà la copertura della vecchia
moschea, non è elegante, al contrario. Occorre però considerare
che si è trattato di un adattamento forzato; era necessario coprire e raccordare
nel modo migliore, le cinque cappelle ricavate con la modificazione interna del
corridoio circolare di cui si è già parlato. Per fortuna si è
salvata una sola delle dodici arcate sovrastanti quelle inferiori e che servivano
da sostegno alla copertura piana o a cupola. Nè questo arco poteva essere
demolito essendo parte strutturale del minareto campanile. Nel mezzo di questa
ogiva si vede ancora la finestrella lucifera. Il lampadario dargento, che
pende dinanzi allaltare maggiore, è di fattura moresca e con molta
probabilità è lo stesso che esisteva nella moschea allinizio
del X secolo.
La consacrazione alla Madre di Dio delledificio non ne permise la spoliazione
e venne lasciato sul posto in perpetuo. Ed è singolare che venga a cadere,
ancora oggi, esattamente al centro del vecchio tempio arabo.
Il presbiterio completa e chiude la navata centrale, e si colloca al centro del
transetto. I quattro grandi arconi, posti a sostegno della cupola, poggiano su
quattro altissimi pilastri quadrati con smussature.Questi archi sono congiunti
da quattro pennacchi sui quali vi è un alto cornicione delle semplici modanature.
Più sopra il tamburo, formato da otto pareti con altrettante larghe finestre,
le quali danno molta luce al tempio. La cupola che si eleva sopra il tamburo è
formata da otto parti o spicchi di notevole slancio che si riuniscono al centro
per l'apertura del lanternino. I pennacchi, come il tamburo e la cupola sono privi
di pitture e tinteggiate in chiaro; ciò contribuisce a rendere luminosa
la chiesa, oltre che per le otto ampie finestre già indicate. Il presbiterio
nobile e solenne, si trova in gran parte coperto dalla cupola.E' sopraelevato
rispetto al piano della chiesa di sei gradini. Lo compongono: tre scalee, una
centrale e due laterali, la balaustrata, l'altare maggiore ed una mensola in marmo:
il pulpito completa poi l'insieme. La scalea centrale è abbellita da due
leoni accucciati su aquile abbattute e la balaustrata si presenta con bellissimo
effetto per le colonnine a forma d'anfora e per la policromia dei marmi, con predominio
del rosso. Si estende su tre lati a forma di "U" con l'interruzione
del varco centrale in corrispondenza della scalea. La monotonia è evitata
da grosse sfere di marmo, con supporto che abbelliscono il piano della balaustrata.
L'altare maggiore è monumentale. Nella parte pìù alta si
vede la SS. Verginecon due angeli ai lati in atteggiamento di adorazione ed una
schiera di testoline e putti, Maria è assisa su un crescente a mezzaluna
e schiaccia col piede la testa di un drago.
La mensa dellaltare è anchessa di marmi policromi, lo stile
dellintero complesso è rococò, proprio del secolo XVIII non
pesante ma aggraziato per la buona scelta dei marmi e per le linee nobili e solenni,
equilibrato e di ottima esecuzione.
Al lato destro dellaltare vi è una bella mensola del medesimo stile,
per deporvi arredi sacri durante le cerimonie solenni, Questa credenza è
abbellita dalla statua di San Pietro.
Completa le bellezze solenne dellinsieme il pulpito, collocato a destra
e addossato allultimo pilastro della navata centrale.
Al centro, un ampio bassorilievo mostra la scena del Battista Precursore che prepara
le vie del Signore, limmagine, ben modellata come le altre che animano la
scena, resa con singolare eleganza e realismo, risponde alliconografia tradizionale.
Il Battista si appoggia al bastone; il maestro che ha scolpito il quadro ha voluto
dare lidea sulla varietà del pubblico modellando un uomo a cavallo,
una donna con bambino, un viandante ed altri.
Al di fuori del quadro agli spigoli i quattro simboli degli Evangelisti.
La bellezza delle linee è accresciuta dalla grazia con cui si svolge la
scala di accesso e dallo stelo che sorregge il tutto. Completa una copertura di
protezione con al centro colomba e raggi, simbolo dello Spirito Santo.
Lesecutore di tutta lopera fin qui descritta fu il genovese Giuseppe
Mazzetti, il quale si era obbligato per contratto, a finire lopera entro
il 26 Aprile del 1727, compreso il fonte battesimale e le due belle acquasantiere
marmoree, policromate, ma è certo che il lavoro molto impegnativo, venne
completato nel 1729.
Sotto il pavimento del presbiterio cè una vasta cripta, ben conservata
ma non accessibile, con le salme dei vescovi algheresi deceduti in sede.
La nuova struttura di Santa Maria
Il lato sinistro
L'abside ed il presbiterio
Il lato destro
La sacrestia
Gli arredi sacri e liturgici
Croce professionale astile
|