La cattedrale: il lato destro
Oltrepassato il presbiterio ed il pulpito si prosegue la visita
per il braccio destro del transetto, la volta è a botte ed in parte a vela,
come laltro braccio, segue la porta secondaria dingresso alla cattedrale,
dal lato del campanile (Via Roma, già via "De les Anemes").
Fra lingresso esterno, protetto da una bussola di legno ed il portale interno,
vi è un vano con due sole cose: una nicchia con una grande statua in marmo
che rappresenta Gesù che abbraccia la croce probabile avanzo di una delle
statue che ornavano la facciata seicentesca demolita, per far luogo alla nuova
di stile neoclassico.
Dallaltro lato vi è unacquasantiera formata da uno stelo di
marmo con sopra una vasca ornata di cornice ed ovuli, il tutto di gusto rinascimentale.
Sia lo stemma (canne palustri) posto sotto la conca, sia liscrizione sul
bordo, ci fanno sapere che lopera appartiene allinizio del secolo
XVII, sotto il vescovato di Nicolò Cannavera (1605 - 1611).
Segue unampia cappella dedicata allo Spirito Santo. Sotto la mensa di questo
altare un loculo protetto da un cristallo, contiene i resti di San Donaziano,
ricoperti con cera modellata in figura umana, vestita con tunica ricamata.
La tradizione vuole che anche questa reliquia sia stata donata dallo stesso Cardinale
Colonna, di cui si è già parlato.
Al di sopra dellaltare vi è un Cristo crocifisso, molto venerato
dagli algheresi, si afferma per pia credenza, che questo simulacro non debba venire
mai rimosso dalla nicchia - protetta da cristallo - per timore di sciagura pubblica.
La leggenda fu sfatata nel 1913 quando, per il 16° Centenario della Pace di
Costantino, questo Crocifisso venne portato in solenne processione, senza per
questo che si sia verificato alcun danno.
Interessante il pavimento di piastrelle policrome del XVIII secolo ancora in buono
stato di conservazione, chiude il braccio destro del transetto la cappella di
San Giuseppe.
Laltare è reso monumentale da quattro colonne a tortiglione. Sopra
laltare una nicchia con simulacro in legno di San Giuseppe col Bambino Gesù,
ai lati dellaltare, le colonne tortili poggiano su basamenti di sezione
quadrata.
Il paliotto, in marmo, ha nel centro un piccolo bassorilievo rappresentante San
Giuseppe, mentre nelle due sezioni laterali sono riprodotti i principali strumenti
del mestiere delle due corporazioni che avevano diritto di officiatura e sepoltura
della cappella: tenaglia, sega e martello per i falegnami e cazzuola, piccozza
e mastello per i muratori.
Sul pavimento due lastre di marmo bianco, con teschio e tibie, indicano laccesso
alle vecchie sepolture.
Sul fastigio della cappella troviamo per la terza volta, lo stemma del Sassu.
Nei due pilastrini dingresso della balaustrata che delimita la cappella,
vi sono due bassorilievi in marmo bianco su fondo rosso, di buona fattura, a sinistra
si ripete San Giuseppe, titolare della cappella ed a destra i quattro Santi Incoronati.
Segue la cappella di San Eligio, molto rovinata, in murature legno; nella nicchia
sopra laltare vi è la statua lignea di un santo mitrato. La piccola
balaustra è in legno: la cappella era di pertinenza del Gremio dei fabbri.
La visita prosegue per la navata laterale destra.
La prima cappella è dedicata a San Narciso ed è officiata dal Gremio
dei contadini, laltare è di legno, di stile tardo barocco, con pretesa
di monumentalità; appare diviso in tre parti da quattro colonne tortili,
in marmo vi è soltanto la balaustrata. Nella nicchia centrale manca la
statua di San Narciso, bella opera lignea policroma, oggi conservata in altro
locale della Cattedrale.
Anche questa cappella ha sul pavimento gli ingressi allossario. Nei pilastrini
della balaustra figurano San Narcisio e San Isidoro.
Segue la cappella di San Erasmo: nei pilastrini della balaustra, si vedono San
Pietro con le chiavi e San Erasmo mitrato, anche in questa cappella si notano
le due lastre marmoree quadrate con iscrizioni sul bordo, che segnano laccesso
delle antiche sepolture, riservate ai membri delle Confraternite.
Nel 1676 il Vescovo Lussorio Roger, col consenso del Capitolo, concesse questa
cappella al Gremio dei pescatori e marinai.
Lultima cappella della navata è dedicata al SS. Sacramento; è
senza dubbio la più ricca e la più bella della Cattedrale, sia questa
sia quella di fronte, sono di maggiori dimensioni delle altre e denominate "cappelloni".
E un dono del Vescovo Pietro Bianco, il quale la fece costruire con la spesa
di 6.000 scudi e ne consacrò laltare il 12 Dicembre 1824.
Il monumento è tutto di marmo bianco, di stile neo classico, laltare
ha la forma di un tempietto rotondo ed è ornato ai lati da due nicchie
con statue in marmo, rappresentati le virtù teologali.
A sinistra, la Speranza, a destra, la Carità, e, nel mezzo, sopra laltare
e sotto il padiglione delledicola circolare, la Fede, velata, che tiene
sulle mani tese il libro dei Sette Sigilli lo sfondo è costituito da una
raggiera dorata.
I critici di arte giudicano questopera di bellissima linea ed esecuzione.
Sporgono dalle pareti della cappella due supporti per lampade, di forma triangolare,
merletti in ferro battuto, di notevole bellezza, sia per lelaborato, sia
per la fine esecuzione ad opera di un buon artigiano locale. Una volta, alla loro
estremità, pendevano due grandi lampade di argento molto antico le quali,
attualmente si trovano custodite nel tesoro della Cattedrale.
Sulla facciata, verso la porta principale, vi è una lastra tombale del
1624, della famiglia Melone (infatti nello stemma cè questo frutto).
Anche la navata destra ha due matronei del tutto identici e simmetrici a quelli
già descritti nella navata sinistra.
Sopra la grande bussola di legno dellingresso principale, una robusta balconata,
coeva alla costruzione della facciata, sostiene un grande organo a canne, sopra
si vede il grande rosone (vuoto) della vecchia facciata, occultato in parte dal
fastigio esterno del pronao neoclassico.
Sulla volta della navata centrale, due affreschi moderni: un quadro con Santa
Maria, titolo della Cattedrale; laltro raffigura la cacciata di Adamo ed
Eva dal Paradiso Terrestre.
Non presentano alcun interesse particolare, diremo per ultimo, nè gli stalli
in legno del coro nè il pavimento in marmo della chiesa.
Invece è da rimpiangere la perdita, per distruzione totale a causa del
bombardamento già ricordato di Alghero, della splendida bussola settecentesca,
di nobile ed artistica linea, costruita con legni pregiati, la quale faceva corpo
con la balaustra della cantoria ed organo.
La nuova struttura di Santa Maria
Il lato sinistro
L'abside ed il presbiterio
Il lato destro
La sacrestia
Gli arredi sacri e liturgici
Croce professionale astile
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