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La cattedrale: croce professionale astile
Un pezzo notevole è la croce processionale astile, non punzonata e quindi con certezza non riferibile a bottega sarda.
Qualche studioso l’attribuisce ad officina catalana, mentre altri, con buoni argomenti, la fanno giungere dall’Italia Settentrionale.
Sino a questo momento non si conoscono documenti sulla provenienza di questa opera, tuttavia si può attribuire ad officina del XVI secolo, inoltre , si può affermare che questo splendido oggetto d’argenteria antica è del tutto estraneo alla scuola sarda del ‘500 come pure a quella spagnola dell’epoca.
Infatti, mentre questa croce del Duomo di Alghero appare singolarmente brillante, le altre consimili di artigianato spagnolo e sardo del tempo, presentano in contrasto una tipica sontuosità austera.
La croce, delle dimensioni di m. 0,72 per 0,50, è d’argento dorato ed ornata di pietre preziose, di queste in origine ve ne erano 9 da un lato e 7 dall’altro, attualmente ne mancano una per parte.
Da un lato appare il Cristo Crocifisso, stilizzato ed arcaico, dall’altra figura della Vergine col Bambino, sorretta da una mensoletta a forma di guglia rovesciata.
La croce è ornata da 10 medaglioni disposti cinque per parte, al centro due di essi fanno da sfondo, l’uno alla testa di Maria Vergine e l’altro al capo di cristo, ed entrambi portano lo stemma del Vescovo Boyl.
Sopra il Crocifisso, il primo medaglione rappresenta Cristo (a mezzo busto) che risorge da una tomba quadrata, posta rasente la terra; il medaglione del braccio sinistro ha un angelo, quello del braccio destro una figurina dolente ed ammantata rivolta verso sinistra ed infine l’ultimo medaglione, posto a piè della croce, ha un’altra figura simile a quella precedente, ma rivolta verso destra.
Nell’altra facciata della croce, la statuina della vergine è circondata pure da quattro medaglioni: il primo, in alto, ha la figura del toro, il secondo medaglione di sinistra il leone, il medaglione di destra, il pellicano che nutre i suoi piccoli ed infine il quarto medaglione, posto al piede della croce, ha l’aquila.
E’ fin troppo evidente la errata collocazione odierna di alcune figure ora descritte e se ne intuisce facilmente la causa.
La croce fu inviata a Cagliari nel 1937, per la Mostra della Oreficeria Antica e quindi venne smontata e restaurata, la confusione avvenne certamente quando si trattò di ricollocare i medaglioni al giusto posto, in quanto questi non fanno corpo con la croce, ma sono fissati al tondo dei bracci, con viti e chiodini.
In effetti all’origine, i medaglioni dovevano avere la seguente disposizione: intorno alla Vergine i medaglioni dei quattro evangelisti (Toro, Leone, Angelo, Aquila), dal lato opposto, intorno al Crocifisso, trovano collocazione esatta, nei due bracci laterali due delle tre Marie, corrispondenti alle figure ammantate e piangenti.
In alto vi è la rappresentazione del Cristo che esce dal sepolcro (Resurrezione) ed in basso il pellicano che nutre con il suo corpo, chiara allusione al Cristo che col suo corpo mistico nutre i fedeli e li fortifica.
La croce poggia sopra un’ampia ed alta base cilindrica di stile rinascimentale con sei scomparti verticali, ornati da testoline alate con aureola e da festoni e nappe.
Ogni riquadro è separato dall’altro da una ghiera e la ripetizione di questi motivi ornamentali per tutto il giro dà una nota festosa al ricco basamento.
Proprio il netto carattere rinascimentale della base, in contrasto con i due bracci gemmati, ha dato origine alla polemica per la esatta attribuzione stilistica della Croce, perchè, secondo alcuni la croce è più gotica che rinascimentale, mentre gli altri affermano che il "goticismo" è rappresentato soltanto dalla preziosità delle gemme incastonate e dal continuo irradiarsi di sferule e di minuscoli mascheroni lungo i bracci.
Ed anche quello che vi è di figurato in questa croce, rientra nell’ambito manierista e "fa di questo mirabile oggetto un documento di come fosse possibile conferire uno spirito nettamente gotico all’insieme, valendosi di elementi tratti tutti dal repertorio rinascimentale".
Per quanto ora detto, i critici d’arte ritengono che la Croce processionale d’argento dorato del Duomo di Alghero faccia parte della corrente artistica dell’Italia del Nord, anzi si pensa debba provenire dalla Lombardia per la facilità dei rapporti commerciali con la Sardegna sotto la medesima dominazione spagnola.
Nel medaglione centrale della Croce vi è lo stemma, come si è prima accennato, del Vescovo Boyl (buoi), il donatore, morto nel 1655. Poichè l’opera d’arte ora descritta, appartiene al secolo precedente, e forse anche prima, bisogna credere che il Vescovo Boyl non abbia ordinato "ex novo" la croce astile, ma l’abbia acquistata come gli venne offerta.

La nuova struttura di Santa Maria
Il lato sinistro
L'abside ed il presbiterio
Il lato destro
La sacrestia
Gli arredi sacri e liturgici
Croce professionale astile

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