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La cattedrale
La Cattedrale di Alghero ha subito nei vari secoli trasformazioni ed ampliamenti. Intanto si può parlare di Cattedrale solo dopo la Bolla di Papa Giulio II dell’ 8 Dicembre 1503, sulla traslazione della Sede Vescovile da Ottana in Alghero, avvenuta in realtà undici anni dopo. Prima del 1514 Santa Maria era chiesa parrocchiale, ed il La Marmora scrisse e tutte le guide ancora riportano, che il coro e il campanile sono ancora tali e quali si trovavano nell’antica chiesa fabbricata dai Doria nel XII secolo (Felice Liperi). Infatti, per un assaggio sul muro interno del coro e sotto lo spesso intonaco si trovò il bel paramento dello stesso materiale lavorato col quale fu costruito anche il campanile. Ed è sempre F. Liperi a scrivere che non si trova nessun ricordo che accenni ad una primitiva chiesa costruita dai genovesi (Doria), nè esistono documenti riguardanti un’altra cattedrale anteriore al 1560. Perciò l’interrogativo che si pone il Liperi su Santa Maria di Alghero è il seguente: Come potevano i genovesi costruire una cattedrale gotica ... se passeranno ancora circa due secoli prima che il gotico penetri in Sardegna?, quesito che può essere agevolmente risolto considerando la reale formazione storica della città.
Il nome più antico di Alghero, quale appare nei documenti scritti, è: "L’Alguer", "Algar" che può essere ricondotto alla medesima origine del nome della città di Algeri nell’Africa settentrionale:" Le isolette", in lingua araba Al Giazà ir. E diremo tra poco il perchè. Il Papa Benedetto VIII, allarmato per le notizie su Mugahid (Musetto), il quale intendeva costituire un nuovo regno arabo in Sardegna, riuscì a coalizzare Pisa e Genova contro il capo musulmano. Questa specie di crociata indetta dal Pontefice, portò subito alla liberazione del Logudoro (1015, per il resto dell’Isola occorrerà attendere per oltre mezzo secolo), con la sconfitta per terra e per mare di Musetto, il quale fuggì abbandonando moglie, figlio e tesoro nelle mani dei genovesi.La fortezza già costruita, e che tanto terrore aveva suscitato nel Pontefice, veniva occupata dai Doria, i quali avevano partecipato con spesa alla spedizione "Al -gar", era appunto il nome della piazzaforte, con un porticciolo protetto come quello omonimo di Algeri in Africa, da un arco di scogliere (le isolette), mentre la cittadina - fortezza aveva torri, mura palazzo e moschea. Questa appunto venne conservata come era, dai Doria, e dedicata alla Vergine Maria Madre di Dio. La forma degli archi del sacro edificio, di dentro e di fuori, è quella moresca cioè ogivale. Quanto ora detto spiega e giustifica la confusione fra gli studiosi di santa Maria in Alghero, che non potevano capacitarsi come potesse esistere una chiesa gotica costruita dai Doria! per la contraddizione acutamente rilevata da Felice Liperi. Il minareto islamico divenne campanile cristiano con la trasformazione dell’ultimo piano in cella campanaria, ed in un libro dei censi del Convento di San Francesco, del 1485, è ricordato con la frase: ...domus quae fuerunt...in vico del Campanil. E’ da notare che mentre le quattro finestre monofore del penultimo piano sono di puro arco moresco, le otto aperture della cella campanaria sono invece di stile romanico, anche se il costruttore ha modificato leggermente la forma degli archi, quasi a volerli armonizzare con quelli preesistenti del piano sottostante. Dopo l’occupazione aragonese del 1354, la chiesa restò com’era prima e doveva passare più di un secolo e mezzo per farsi sentire la necessità di una Cattedrale per la nuova dignità di Diocesi. I primi Vescovi, a cominciare dal 1525 erano costretti, per le solennità maggiori, a servirsi di San Michele.Questa chiesa era, in quel tempo, situata fuori dalle mura, nel "Bulg" (borgo) e la nuova, sorta dopo la scomparsa dell’altra di stile gotico, conserva il titolo, ancora oggi, di protettore della Diocesi. Il problema che si pose fu quello di sostituire la chiesa parrocchiale di Santa Maria, in situ, con una bella e vasta cattedrale sia per le necessità del clero, sia per le esigenze dell’accresciuta popolazione ed ancora per l’importanza della piazzaforte visitata nel 1541 da Carlo V.
L’autorità civile ed ecclesiastica concordano nel programma di un magnifico tempio a somiglianza delle altre chiese gotiche della madrepatria. Sembrò a tutti quasi provvidenziale, che il vecchio edificio islamico di Santa Maria avesse in sè gli elementi esteriori del gotico: l’arco ogivale, da poter utilizzare nella nuova costruzione senza sacrificare il campanile. Quindi i disegni ed i progetti per la nuova cattedrale furono preparati fra il 1554 ed il 1562, anno, quest’ultimo, nel quale vennero iniziati i lavori. Il disegno era grandioso: con la conservazione integrale, per la statica del campanile, di cinque arcate del vecchio edificio (originariamente di 12 come si è già detto) si veniva a formare una specie di vano absidale il quale esigeva, per la simmetria, un altro simile al lato opposto. Non è difficile immaginare, argomenta il Liperi quanto imponente sarebbe dovuta risultare la cattedrale gotica se fosse stata realizzata. Infatti, continua il Liperi, se il diametro dell’emiciclo delle cinque cappelle è di circa 25 metri, di conseguenza, secondo le proporzioni consuete delle cattedrali gotiche, la navata centrale avrebbe dovuto misurare 12 metri le navate laterali 6 metri ciascuna e soprattutto l’intera lunghezza della chiesa, sempre per riguardo alle proporzioni, sarebbe dovuta essere di almeno 100 metri. E’ la prova che nel pensiero dei contemporanei la Nuova Santa Maria sarebbe dovuta essere splendida e magnifica in tutte le sue parti, la vediamo nel poco che è stato realizzato. Dopo il periodo della progettazione e dei disegni, è il Vescovo spagnolo Franco de Uncastillo (1562 - 1572) a dare energico impulso alla nuova fabbrica del Duomo, prima del suo trasferimento a Osca. Col successore, il pio Vescovo Antioco Nin (cagliaritano) i fondi si esaurirono e l’opera restò interrotta.
Gli algheresi chiesero aiuto a Filippo II di Spagna, il quale nel 1579 rispose con una lettera molto diplomatica in cui si rimproveravano, velatamente, gli algheresi per aver voluto strafare (C. Maltese). Certo, la supplica degli algheresi non poteva non essere inopportuna perchè giungeva al monarca proprio nel momento in cui egli preferiva lo stile classicheggiante a quello gotico, ormai abbandonato dall’aristocrazia iberica e dall’alto clero. Scrive C Maltese, per il Duomo di Alghero, che Filippo II diede i fondi, ma probabilmente fu proprio lui che impose di accentrare tutto l’organismo sotto la calotta della cupola, dando adito al travisamento operato dallo spropositato transetto. Per la mancanza dei mezzi per i debiti della città, anche a causa della peste degli anni 1582 - 1583, i lavori della fabbrica non proseguirono per oltre un decennio.
Nel 1590 erano ancora sospesi ed occorreva l’operosità e la perseveranza del Vescovo Bacallar (morto nel 1605), che giunse al punto di preoccuparsi della provvista dei materiali da costruzione, perchè la fabbrica del Duomo riprendesse la sua attività. Questo lungo ritardo fa pensare che l’aiuto di Filippo II non sia stato senza condizioni, e la critica moderna concorda nel ritenere che il re abbia più o meno apertamente imposto l’ampliamento ed il completamento della cattedrale, come si è già accennato, in forme del tutto opposte a quelle con cui era stata iniziata. Anzi si è giunti perfino a scrivere che fu proprio un indirizzo rigorista, da manierismo severo, quello che Filippo II dovette imporre per la prosecuzione della Fabbrica del Duomo di Alghero. Ora, se al cambiamento d’indirizzo costruttivo della Cattedrale, non fu estranea la volontà del Sovrano, come in modo deciso, afferma il Maltese, si può ancora dire che la notizia di cedimenti e crolli verificatisi in altre chiese gotiche dell’Isola e soprattutto, la caduta dell’intera navata centrale della Chiesa di San Francesco in Alghero, avvenuta nel febbraio del 1593, abbia influito, oltre alla presunta volontà del Sovrano, all’abbandono totale del vecchio progetto del 1562. Ma, prima di parlare della svolta nella costruzione della Cattedrale, è bene fare un preciso inventario di quanto era stato già realizzato di stile gotico, al momento della sospensione dei lavori per l’esaurimento dei fondi.

La nuova struttura di Santa Maria
Il lato sinistro
L'abside ed il presbiterio
Il lato destro
La sacrestia
Gli arredi sacri e liturgici
Croce professionale astile

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