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Bonita y bien
asentada
Una cronaca del 1541, religiosamente conservata negli anni
all'Archivio comunale di Alghero, racconta che, durante una sua rapida visita
alla piccola Barcellona di Sardegna, in quello stesso anno, l'imperatore Carlo
V, guardandone il disegno urbano dall'alto d'una breve altura abbia esclamato:"Bonita,
por mi fe, y bien asentada". Bonita è un diminutivo che aggiunge simpatia
allaggettivazione: Alghero appariva al sovrano, nella brevità dei
suoi spazi carina, graziosa".
Ma nello stesso tempo, in fede sua, anche "ben disposta, ben disegnata, ben
còllocata": l'espressione, così evidente e immediata in castigliano,
presenta qualche problema al traduttore.
Ma è possibile immaginare che, chiamandola così, l'imperatore (o
il cronista) ne volesse celebrare alcune doti per le quali gli algheresi medesimi
andavano orgogliosi della loro città: la felicità del sito geografico
in cui era stata collocata; l' opportunità militare e marinara del punto
preciso in cui era stata costruita; l'intelligenza con cui la cinta fortificata
sosteneva e rafforzava quella scelta; la razionalità del disegno interno
che veniva sempre più nettamente delineandosi.
Il sito innanzitutto. E prima di tutto la posizione
geografica.
Ma l'antico, sconosciuto architetto che ha disegnato la prima pianta del borgo
murato e fortificato ha scelto non soltanto il punto in cui barche e navi sono
più protette, ma anche un breve promontorio, facilmente identificabile
sul terreno e facilmente difendibile con una cinta che ne segua il profilo: sicché
anche qui la geografia ha finito per dettare una sorta di continuazione "a
mano" dell'opera già predisposta dalla natura.
E all'interno di questa cinta fortificata, negli anni in cui la vide Carlo V,
già si veniva riempiendo di case, chiese e abitatori uno spazio che s'immagina
fosse, all'inizio, più vasto di quanto non occorresse, sicché per
lungo tempo questa città fortificata, che oggi si identifica col centro
storico dell'Alghero moderna e che il visitatore immagina cosi gremita, allora,
di architetture e di popolazione tanto quanto ne suggerisce l'affollarsi odierno
delle architetture intorno ai brevi spazi di piccole piazze e strette vie, fu
in realtà un vasto "cortile" interno delle mura che le esigenze
militari, commerciali e civili erano venuti lentamente e assennatamente edificando;
asentando, appunto come una scacchiera, i pezzi di una comunità organizzata
e fortemente coesa. |
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