La grotta di Nettuno: un pò
di storia
La realizzazione delle opere
turistiche con l'apertura della grotta al pubblico e la
sua illuminazione sono successive al 1954, anno in cui venne
costruita la Escala del Cabirol, consentendo finalmente
l'accesso da terra.
Erano infatti almeno 150 anni che le visite alla grotta
venivano effettuate esclusivamente in barca, nel solo periodo
estivo e spesso con esito incerto a causa delle variabili
condizioni del mare.
Le prime notizie storiche riguardanti la Grotta di Nettuno
vengono fatte risalire alla fine del 1700 e da allora numerosi
autori si occupano della grotta, decantandone le bellezze
e paragonandola ad altre famose cavità d'Europa.E'
soprattutto nella prima metà dell'800 che l'accresciuta
fama della Grotta di Nettuno richiama celebri visitatori,
fra i quali anche principi e re che onorano della loro presenza
questa straordinaria cavità. Primo fra tutti si ricorda
Carlo Alberto di Savoia, che visita la grotta ben tre volte,
prima come Principe di Carignano nel 1829 e poi come Re
di Sardegna nel 1841 e nel 1843.
E il visitatore odierno potrà fare un salto indietro
nel tempo e rivivere quei momenti di importanza storica,
osservando le due lapidi in marmo situate sulle pareti della
Reggia presso la spiaggetta terminale del Lago Lamarmora,
incise a ricordo delle prime due visite di Carlo Alberto.Segnaliamo
inoltre, tra gli illustri visitatori, il Capitano inglese
William Henry Smith che ha realizzato la prima pianta della
parte iniziale della grotta, Il Duca di Buckingham, il grande
geografo della Sardegna Alberto Lamarmora, il Barone di
Maltzan, lo scrittore sassarese Enrico Costa che ha dedicato
un intero libro alla grotta.
E poi tanti altri che qui non è possibile riportare
e che hanno pubblicato molti scritti di entusiasmo per questa
eccezionale cavità. Le visite al cosiddetto Antro
di Nettuno nel secolo scorso venivano organizzate nel periodo
estivo, con partenza notturna di numerose barche dal porto
di Alghero e partecipazione di un gran numero di persone.Giunti
alla grotta, si sbarcava nell'ampio androne d'ingresso e
quindi si calava nel lago una piccola barchetta con la quale
si procedeva al trasporto dei visitatori.
Questi percorrevano così il Lago Lamarmora in tutta
la sua lunghezza, sino alla spiaggetta interna, da cui poi
accedevano alla sala superiore, risalendo a piedi la ripida
china.
L'illuminazione veniva realizzata a quei tempi con migliaia
di candele che venivano sistemate ed accese in precedenza
dai marinai. Non è difficile intuire quale magia
potesse essere creata da quelle tremule fiammelle che con
i giochi di ombre facevano sbizzarrire la fantasia dei visitatori,
grazie ai loro riflessi ondeggianti sulle limpide acque
del lago.
Itinerario
La grotta
Il lago Lamarmora
Quando il mare era più
alto
Eccentriche e cristalli, un piccolo
mondo incantato
Le concrezioni
Un pò di storia
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