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La
Nurra meridionale
Si esce da Alghero costeggiando
la zona portuale lungo il tratto urbano settentrionale della
statale 127 bis (via Garibaldi, poi via Don Minzoni), e ancora
nell'abitato (rione la Pedrera) si superano sulla destra prima
la chiesetta campestre di Sant'Agostino Vecchio (XVI
sec.), recentemente restaurata, quindi la nuova stazione ferroviaria
della linea a scartamento ridotto per Sassari.Più avanti,
a Km. 3, al quadrivio di Maria Pia (a sinistra deviazione
per il Lido di Alghero), si abbandona la statale che prosegue
per Fertilia e Porto Conte,
e si tiene a destra nella cosiddetta strada dei due mari,
moderna arteria di collegamento veloce con Porto Torres.Questa,
in direzione Nord, nella campagna intensamente coltivata a
vite e olivo, lascia a sinistra una prima deviazione per l'aeroporto
di Alghero; quindi, varcati il Rio de Balca e il Rio
Filibertu, fiancheggia a lungo sulla destra la vasta tenuta
"i Piani" della società Sella e
Mosca (visitabile dal lunedì al venerdì,
ore 17,30), uno dei primi e più significativi esempi
di intervento del capitale privato nell'agro algherese.Superato
al Km 8,6, un secondo svincolo per l'aeroporto, poco dopo
si apre a sinistra l'ingresso dellarea cintata della
necropoli
di Anghelu Ruju, che costituisce per la quantità
di sepolture, l'importanza delle suppellettili restituite
- il complesso preistorico "a domus de janas " più
rilevante della regione. Rovine Romane:
Seguendo la litoranea che, sempre in vista del mare di Porto
Conte, percorre tutta la fascia costiera di levante del
lungo promontorio terminante al Capo
Caccia. Subito a sinistra, vi sono i resti di una villa
romana (I-II sec.), che si articolava in due corpi, uno
dei quali ospitava un piccolo impianto termale.Nella fascia
litoranea che dalla spiaggia del Porticciolo si estende
a Capo Caccia e contorna poi
il golfo di Porto Conte fino
alla Punta del Giglio, si trovano rare e interessanti
specie di arbusti, erbe cespugliose e bulbose che crescono
tra i massi o parzialmente li ricoprono; tra queste particolarmente
degne di nota sono la Ginestra della Grecia, la Centaurea
Orrida e la Palma
Nana. Altro aspetto rilevante della vegetazione è
quello delle formazioni arbustive a lentisco,
fillirea, euforbia, cisto,
olivo selvatico, corbezzolo
e ginepro rosso.Non
meno importante è l'area dal punto di vista faunistico:
la specie più rara (da tempo scomparsa dalla penisola
italiana e in Sicilia, e in via di estinzione anche in Sardegna)
è il grifone
(Gyps Fulvus), che vive in una colonia di venti esemplari
lungo la costa occidentale tra Capo
Caccia e la Guixera; un altro rapace di grande interesse
è il falco (Falco Peregrinus), di cui sono talvolta
visibili le velocissime picchiate per catturare la preda,
mentre sugli isolotti della Foradada e dell'isola
Plana nidifica il gabbiano Reale (Larus Argentatus),
il gabbiano Corso - specie endemica del Mediterraneo
-, che si distingue dal gabbiano Reale per il colore rosso
del becco e le zampe verde-oliva, e il cormorano dal ciuffo.La
strada continua con vista magnifica della baia e dell'opposta
Punta del Giglio, contornando le pendici del monte
Timidone. A destra una breve diramazione raggiunge, sull'opposto
versante del promontorio, belvedere a strapiombo sulla cala
d'Inferno e sull 'isola Foradada, attraversata
per intero da una grotta naturale. La strada si eleva con
vista della torre del Bulo(sec. XVII) e guadagna il culmine
a m. 120 dal quale parte a sinistra la gradinata che scende
alla grotta
Verde o dell 'Altare.Con una breve discesa la strada si
conclude alla selletta di Capo Caccia,
posta alla congiunzione del lungo promontorio con capo terminale.Si
apre un ampio spiazzo belvedere che si affaccia come una balconata
alta sul mare, su strapiombi vertigionosi ai piedi dello scenografico,
roccioso Capo Caccia. Dal fondo
dello spiazzo, a destra dell'accesso della mulattiera per
il faro, una scalinata di 656 gradini (Escala del Cabirol)
scende utilizzando una cengia murale, sul fianco Ovest del
capo fino allimboccatura della Grotta
di Nettuno, lungo spacco trasversale che si addentra a
piccola altezza sull'acqua, non lontano dalla caratteristica
isola Foradada. Visita (guidata a pagamento) ore 8-19;
illuminazione elettrica.Al Km 32,5 si incontrano sulla sinistra
i grandiosi resti del nuraghe Palmavera.Al nuraghe
Palmavera seguono a destra, due brevi diramazioni che
si dirigono al mare; la prima raggiunge la cilindrica torre
del Lazzaretto, del sec. XVIII, la seconda conduce alla
nota spiaggia delle Bombarde, che per la posizione
appartata e le accurate attrezzature alberghiere e residenziali,
immerse fra i pini, è con la contigua spiaggia di punta
Negra una delle località turistico-balneari più
ricercate della zona. |
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