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Nuraghe Palmavera
Il territorio del comune di Alghero conserva i resti di un
centinaio di queste costruzioni, qualcosa come 6 nuraghi ogni 10 chilometri quadrati,
una delle più alte intensità della Sardegna. Il monumento più
conosciuto è il nuraghe "Palmavera", Il villaggio nuragico di
Palmavera si trova sul versante meridionale del monte omonimo, a 65 metri di quota
e a meno di due Km. dal mare, lungo una via naturale che collega il golfo di Alghero
con quello di Porto Conte e al centro di unarea di notevole importanza archeologica
ove sono attestati insediamenti umani dal Neolitico sino alla tarda Età
romana. Costruito prima del 1000 a. C., poi rifatto e ampliato in varie fasi sin
dopo l'800. Il complesso è costituito da una torre antica (A) alla quale
fu aggiunto, più tardi, un rifascio di forma ellittica (m. 21,50 x 15),
irregolare, il quale, oltre a consolidare il mastio per circa due terzi della
sua circonferenza, ispessendone le murature, racchiudeva una torre secondaria
(B), un cortile scoperto e un corridoio con varie nicchie; linsieme di questa
costruzione è delimitata da un antemurale con quattro torri-capanne intorno
al quale erano disposte le numerose capanne del villaggio. Lingresso principale,
orientato a sud-est e sormontato da un robusto architrave, introduce in un breve
andito piattabandato con una nicchia sulla sinistra, e quindi nel modesto ma suggestivo
cortile semilunare racchiuso fra il torrione e le pareti aggettanti del corpo
aggiunto. In
questo cortile (m. 2,20 x 6,50) abbiamo lingresso al mastio, alla torre
B, al corridoio che porta allaccesso secondario, un nicchione quadrangolare
rialzato di m. 1,50 dal pavimento, ed infine, sopraelevate di m. 2,50 e sullo
stesso asse, nel lato breve del cortile e nel punto di tangenza con la torre A,
due aperture a luce trapezoidale che immettono a rampe di scale che, con percorso
a gomito, portavano al vano superiore della torre B, la rampa sud-est, e al terrazzo,
quella di nord-est. La torre A, circolare (diam. 9/10 m.) e con unaltezza
residua di circa 8 metri, ha lingresso ad est, il quale, mediante un andito
(lungh. 2,80; alt. 2,50) privo di stanze sussidiarie, piattabandato e lievemente
strombato, introduce nella camera circolare (diam. m. 4; alt. m. 7) a tholos.
In questo vano sono visibili due nicchie laterali di forma trapezoidale e poco
profonde, e, quasi in asse con lingresso e rialzata dal piano del pavimento
di circa 3 metri, lapertura ogivale della scala, raggiungibile con una scala
mobile, che con sviluppo da sinistra a destra conduce nel più modesto vano
superiore, ridotto a pochi filari di base (diam 2) e costruito, forse, al posto
del terrazzo quando ledificio venne fortificato con il corpo aggiunto. La
torre B, alla quale si accede dal cortile per un alto corridoio strombato, a sezione
trapezoidale, era anchessa coperta a pseudo-cupola, ora crollata, ed è
munita di tre feritoie che guardano allesterno, mentre la quarta si apre
nella parete nord, in asse con unaltra del bastione. Lingresso secondario,
a est e tangente alla torre B, introduce in un lungo corridoio piattabandato che
presenta due coppie di nicchie affrontate e sbocca nel cortile; nel primo tratto
di questo andito, nella nicchia di destra (per chi entra dallesterno), si
apre la porta della scala che conduce ad un vano sovrapposto al medesimo corridoio
e provvisto di botola-piombatoio nel pavimento. Tutta la parte superiore delledificio
era costituita da un terrazzo con spalti, soprattutto nel tratto sud-est. Lantemurale,
aggiunto in una fase successiva alla costruzione del rifascio, racchiude, come
si è detto, il nucleo centrale; ha pianta vagamente pentagonale, quattro
torri-capanne disposte negli angoli nord, nord-ovest, sud-est e sud-ovest, e due
ingressi, a ovest e a sud-est. Attualmente appare diviso in due settori, mentre
brevi tratti di murature addossate al bastione, a sud-ovest e a nord-est, fanno
intuire una maggiore partizione dello spazio interno. Le cortine, non molto spesse
e di modesta altezza, dovevano essere integrate da palizzate lignee. Il villaggio,
che quasi sicuramente si estendeva più a sud, oltre il nastro dasfalto
e verso il mare, e nelle zone laterali, ora coltivate a vigneto, è costituito
da una quarantina di capanne, non tutte esplorate, costruite intorno alla cinta
pentagonale e disposte in modo confuso e disarmonico. Le capanne di Palmavera,
come daltra parte quelle di tutti i villaggi nuragici, sono prevalentemente
di pianta circolare, anche se non mancano costruzioni rettangolari che sembrano
essersi sovrapposte ad ambienti circolari. Sono costruite per la maggior parte
con blocchi di calcare, fatta eccezione per poche altre in arenaria che si segnalano
anche per le maggiori dimensioni e per lo spessore delle murature. Fra queste
ultime si distingue la capanna-torre 2, denominata La capanna delle Riunioni;
ubicata a sud-ovest del mastio ed inclusa successivamente nel tracciato dellantemurale,
con i suoi 12 metri di diametro esterno è la più ampia dellintero
complesso. Questa capanna presenta un grande focolare circolare, al centro, una
nicchia ogivale, rialzata dal pavimento, nella parete nord, e un basso sedile
in blocchi di arenaria e calcare che segue parzialmente la base della parete.
Nella metà sud-ovest del vano, a livello del pavimento, è stata
messa in luce una struttura muraria circolare, che si conserva per due filari,
riferibile ad una capanna coeva alla costruzione del mastio. Il nuraghe, scavato
dal Taramelli nel 1904, limitatamente al nucleo centrale, restituì abbondante
materiale nuragico (bronzi vari, ambra, ceramica con decorazione geometrica, ecc.)
al di sotto di uno strato di età punica e romana (III-II secolo a.C.).
Nel 1962-63 vennero ripresi gli scavi (Maetzke), unitamente al restauro e al consolidamento
del complesso, che portarono alla luce le numerose capanne del villaggio e lantemurale,
la cui esistenza, però, non era sfuggita al primo scavatore; anche in questa
occasione si rinvenne copioso materiale, ma lo scavo non fornì dati stratigrafici
significativi. Assai interessante il fatto che in queste capanne il materiale
di età storica sia molto raro e in moltissime del tutto assente rispetto
a quello rinvenuto nella costruzione centrale, a significare lutilizzazione
sporadica e temporanea del nuraghe, quando ormai il villaggio era stato abbandonato
da tempo. Nel 1976-77, nuove ricerche (Moravetti) hanno interessato soprattutto
la grande Capanna delle Riunioni, nella quale, oltre ad abbondanti frammenti ceramici,
alcuni dei quali decorati a cerchielli ed altri a pettine (rinvenuti però
confusi), grani di ambra e bracciali in bronzo decorati a spina di pesce, lo scavo
ha restituito un pilastrino betilico, in arenaria, raffigurante la torre nuragica,
ed un eccezionale seggio in calcare, di forma cilindrica e decorato da bande verticali
in rilievo che a mezzaltezza si incrociano con una fascia orizzontale. Sulla
base degli elementi culturali e strutturali a disposizione, si possono proporre
le seguenti fasi: a) ante X sec. a.C.: Mastio e villaggio I (opera muraria in
calcare) b) intorno allVIII sec. a.C.: Rifascio con torre orientale e corridoio;
Capanna delle riunioni; villaggio II (Opera muraria in arenaria) c) intorno al
VII-VI sec. a.C.: Rifacimento parziale della torre B; antemurale; villaggio III
(Opera muraria in calcare) |
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