S.A.
7 agosto 2015
«Mont´e Prama: grande risultato»
A dichiararlo il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni
ORISTANO - «Il finanziamento di 3 milioni di euro previsto dal Ministero dei Beni Culturali per il completamento del nuovo museo di Cabras che dovrà ospitare le Statue di Mont’e Prama è un giusto e importante riconoscimento per il ruolo sempre più evidente che la Sardegna ha avuto nella storia dell’area mediterranea». A dichiararlo il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni. «Dal ministro Franceschini, in particolare, sono state spese parole di grande competenza e sensibilità per la nostra storia più antica, sebbene vada detto che la somma appare un po’ risicata confronto a quelle stanziate per altre realtà della Penisola. Resta la speranza che si tratti solo di un primo finanziamento e che altri possano seguirne a breve per poter valorizzare non soltanto Mont’e Prama ma l’intero complesso della Sardegna prenuragica».
«Affinché il nuovo museo di Cabras non resti una cattedrale nel deserto - prosegue Dedoni - è necessario che anche la Regione si attivi per fare tutte quelle cose che da tempo abbiamo segnalato come necessarie per conoscere e valorizzare la storia antica dell’Isola. Promuovere, innanzitutto, una vasta campagna di ricerche archeologiche per indagare una parte enorme del nostro passato su cui ancora si deve fare piena luce, dal momento che ogni nuova scoperta dimostra sempre più quanto la civiltà dei nostri antenati fosse avanzata e quanto fosse importante il suo ruolo nei confronti degli altri popoli che vivevano all’epoca sulle sponde del Mediterraneo. In seconda battuta, valorizzare la storia prenuragica anche e soprattutto in chiave di attrazione turistica, per fare della Sardegna quella ‘Terra del Mito’ in grado di stimolare l’immaginario collettivo e attivare nuovi e più numerosi flussi turistici, slegati dalla solita industria balneare e che consentano uno sviluppo esteso anche alle zone interne».
Secondo il consigliere regionale «è necessario coinvolgere anche le Università sarde in questo progetto, perché manca completamente la fase di studio che viene dopo quella archeologica, vale a dire l’approfondimento della nostra storia in relazione con quelle dei popoli con cui gli antichi sardi erano in contatto”, conclude il capogruppo. “Mancano, ad esempio, le specializzazioni in Orientalistica e in Egittologia, nonostante siano ormai più che evidenti i contatti che i nostri antenati avevano con le popolazioni del Mediterraneo orientale e dell’antico Egitto». «Se adeguatamente valorizzata - conclude - la storia antica è in grado di rilanciare l’economia della Sardegna, creando lavoro e reddito diffuso. Bisogna crederci però, perché finora la nostra classe politica non si è resa conto di quale incredibile tesoro abbiamo ricevuto in eredità».
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