D.C.
17 febbraio 2015
Mont´e Prama, il nuovo museo
Un nuovo progetto di trasformazione ed ampliamento del sito archeologico è stato presentato nei giorni scorsi dagli architetti dello studio Dejana+Fiamma di Alghero. In un ottica di natura-arte l´area espositiva crescerà continuamente nel tempo
CABRAS – Il Museo dei Giganti di Mont’e Prama a Tharros in provincia di Oristano si accinge a mutar forma vista la necessità di accogliere ed esporre un patrimonio archeologico in continua crescita. È stato infatti presentato nei giorni scorsi un progetto di completa trasformazione della struttura museale, a firma dello studio Dejana+Fiamma di Alghero. L’idea è quella di dare vita ad un luogo in cui archeologia, paesaggio, architettura e arte si incontrano, creando un nuovo pezzo di città in cui natura e costruito diventano parte della stessa visione architettonica.
Ecco quindi ripensare al plesso come al centro delle relazioni tra la città, l’elemento naturale e la penisola del Sinis e reinventare lo spazio attorno definendo, sia un percorso pubblico capace di connettere in modo diretto il sistema urbano con quello ambientale attraverso una passerella che dalla città si protende fino allo stagno, sia creando un parco verde in grado di rafforzare il legame tra città ed ambiente naturale e unificare i volumi del museo esistente con quelli in ampliamento. In quest’ultimo caso la superficie espositiva passerà da 750 mq a 1300 mq, quella degli spazi di servizio (bar, bookshop, spazi per la didattica, aula conferenze) da 40 mq a 260 mq, lo spazio pubblico (percorsi e camminamenti) da 600 mq a 2100 e infine lo spazio pubblico verde aumenterà di quattro volte la superficie attuale.
Un piccolo museo che quindi diventerà gigante, come la grandezza delle statue che ospiterà. Oltre all'adeguamento impiantistico e alla riprogettazione degli spazi interni inoltre, si è pensato di intervenire anche sul trattamento delle facciate, le quali ritorneranno al progetto originario, che prevedeva volumi di colore bianco. Il nuovo intervento riguarderà in tal senso due volumi: il padiglione espositivo, che sarà sede permanente del patrimonio scultoreo di Mont'e Prama, e il padiglione della sala multifunzionale, che potrà ospitare esposizioni temporanee, giornate dedicate, eventi e mostre. I due nuovi padiglioni si distingueranno rispetto alle preesistenze per l'involucro esterno pensato come un'opera scultorea sospesa sul proprio basamento.
La parte esistente invece verrà adeguata in funzione dell’ampliamento e specie l’area espositiva verrà realizzata attraverso una struttura modulare, al fine di poter essere ampliata nel tempo. Il Nuovo museo di Cabras comunque sarà composto da tre aree funzionali, disposte secondo uno schema distributivo chiaro, nel quale i nuovi spazi si integrano con quelli esistenti, migliorandone la funzionalità: l'area amministrativa, dedicata agli uffici e al personale, l'area polifunzionale, di supporto all'attività museale e l'area espositiva, che conterrà le esposizioni attuali e i reperti di Mont'e Prama. Le nuove architetture poi si rapporteranno a quelle dell'attuale museo rispettandone le dimensioni ed il linguaggio compositivo, fatto di blocchi monolitici definiti. La tecnica scelta è infine quella del sand-casting o getto di sabbia, che consentirà di rendere la facciata del Museo un'opera artistica di grandissime dimensioni.
Ad averla inventata lo scultore sardo Costantino Nivola, così che permetterà di creare un bassorilievo di cemento ottenuto utilizzando come matrice un letto di sabbia modellato. Qui però la tecnica scultorea andrà oltre la decorazione artistica e diventerà una soluzione architettonica altamente tecnologica, capace di legare insieme, in un unico luogo, archeologia, paesaggio, architettura e arte. Ad aver ispirato i progettisti nel sceglierla invece, e nel pensare in tale ottica alla struttura museale Kahn, il quale diceva: «ciascuno di noi possiede una soglia, sulla quale si colloca l’incontro tra luce e silenzio. E questa soglia, questo punto di incontro, è il livello - o momento magico - delle ispirazioni. L’ispirazione è là dove il desiderio essere-esprimere incontra il possibile. È la creazione delle presenze. Qui sta anche il santuario dell’arte, il centro delle esigenze espressive e dei mezzi di espressione».
Nella foto: la facciata del Museo nel progetto
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