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A.B. 22 dicembre 2014
La misura del tempo, Sassari e Roma insieme nella ricerca
Dai lavori del quarto convegno internazionale di archeoastronomia in Sardegna “La misura del tempo”, che si è chiuso nei giorni scorsi a Sassari, arriva un’importante novità relativa alla stipula di un’intesa ufficiale fra la Società astronomica turritana, l´Aristeo, l´Istituto nazionale di fisica e l´Università La Sapienza di Roma
La misura del tempo, Sassari e Roma insieme nella ricerca

SASSARI - Una nuova stagione di intese ufficiali, che vede gli specialisti della “Sat-Società astronomica turritana” e del Circolo culturale “Aristeo”, in collaborazione con Marcello Ranieri dell’“Inaf-Istituto nazionale di fisica” di Roma e con gli studiosi dell’Università La Sapienza di Roma. E’ una delle novità più importanti emerse dal quarto convegno internazionale di Archeoastronomia in Sardegna “La misura del tempo”, che si è chiuso nei giorni scorsi nelle sale dell'Università di Sassari. In questo senso, i contributi di Simonetta Castia (Aristeo), Marcello Ranieri, Marzia Monaco e Flavio Carnevale (Inaf ed Università La Sapienza), hanno illustrato le stimolanti evidenze emerse dall’applicazione di modelli metrici e pitagorici alle piante ed alla descrizione degli allineamenti dei siti indagati in Sardegna durante l’ultima fase del progetto nella necropoli di Li Muri, nei circoli di Punta Candela di Arzachena e nel sito di S’Arcu ‘e is Forros a Villagrande Strisaili. Utile, al riguardo, anche il confronto con l’esperienza portata dall’archeologa Giuseppina Marras, nell’illustrare il rapporto tra nuraghi e metrologia, con risultati molto simili a quelli ottenuti dal gruppo di lavoro di Roma e Sassari.

La conclusione del convegno ha rappresentato molto più che il consolidamento dell’iniziativa promossa ed organizzata dal circolo Aristeo e dalla Società astronomica turritana, quanto l’avvio di un nuovo corso nelle ricerche sin qui condotte che si auspica possa essere foriero di ulteriori importanti contributi alla ricerca. Il campione di domus censite, stimato in poco meno di mille unità, è ormai vicino al traguardo dei 1300 ipogei, cifra necessaria per considerare affidabili le risultanze delle analisi. In particolare, lo studio generale degli orientamenti degli ipogei neolitici della Sardegna, illustrato da Michele Forteleoni (Sat), ha evidenziato che in areali molto distanti l’orientamento predominante rimane il medesimo. Numerosi gli interventi di relatori qualificati, tra i quali spiccano i contributi offerti da Elio Antonello, presidente della Società Italiana di Archeoastronomia che, in un ampio excursus dedicato all’evoluzione dell’umanità a partire dal Paleolitico, ha rivelato e sottolineato l’influenza dei fenomeni astronomici sugli andamenti climatologici e culturali delle società preistoriche.

Significativo anche il contributo di Mario Codebò, del Centro ricerche astronomia ligustica, che ha proposto un raffronto con gli orientamenti al polo nord, durante il Terzo Millennio Avanti Cristo, in alcuni insediamenti presenti in Egitto, Turkmenistan e Valle dell’Indo. Ma il convegno è stato soprattutto l’occasione per presentare il nuovo ciclo di ricerche legato anche alle analisi metriche, spaziali e geometriche dei monumenti megalitici della Sardegna e degli edifici di età nuragica e di carattere cultuale e funerario. I lavori del convegno, che si sono conclusi venerdì sera nella sala Eleonora d’Arborea dell’Università di Sassari, hanno fatto registrare un’ampia partecipazione di pubblico fra “addetti ai lavori” e cultori della materia, che di anno in anno crescono di numero, ulteriore testimonianza dell’interesse suscitato da questioni aperte ancora da indagare.

Nella foto: un momento del convegno



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