S.I.
14 novembre 2014
Cipe: «sui ritardi Pigliaru chieda a Renzi»
«È il solito Pigliaru: non avendo fatto nulla, è costretto ad appropriarsi del lavoro altrui e ha anche la faccia tosta di criticare». Così Cappellacci replica alle dichiarazione del presidente della Regione sui fondi Cipe
CAGLIARI - «È il solito Pigliaru: non avendo fatto nulla, è costretto ad appropriarsi del lavoro altrui e ha anche la faccia tosta di criticare». Così Ugo Cappellacci (Forza Italia) replica alle dichiarazione del presidente della Regione sui fondi deliberati dal Cipe.
«Il presidente -sottolinea l'esponente forzista- viene smentito dalla sua stessa delibera di maggio, che infatti è titolata Conferma rilevanza strategica interventi programmati dalle delibere Cipe n. 62/2011, 78/2011, 87/2012, 60/2012 e 8/2012. La Giunta ed il CIPE hanno confermato i progetti promossi e avviati dalla nostra Giunta. In tutto questo Pigliaru ha recitato solo il ruolo di passacarte perché con la sua delibera ha solo dato una conferma degli interventi strategici previsti a suo tempo».
«Contrariamente a quanto sostiene il presidente, il pericolo per le risorse derivava dalla condotta del Governo, che ha reso farraginoso il percorso con il ginepraio delle delibere di settore. L'esecutivo nazionale prima ha fissato dei termini, poi ha causato i ritardi e infine li ha fatti pagare alla Sardegna. Infatti non solo il Governo si è preso già 84 milioni che erano della Regione, ma prepara già altri scippi per gli anni successivi. Anziché fare il furbo con i sardi - ha aggiunto Cappellacci- Pigliaru giocando con il verbo "sbloccare" solo per mettere il cappello su lavoro altrui, provi ad essere più astuto e scafato con il Governo, che gli aveva promesso di mantenere tutte le risorse e poi ha fatto l'esatto contrario. Di solito - ha concluso Cappellacci- gli ultimi della classe sono quelli che fanno poco e si limitano a copiare».
Nella foto Ugo Cappellacci
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