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S.A. 14 ottobre 2014
Interpellanza su Mont´e Prama
Un´interpellanza in Regione è stata presentata da Ugo Cappellacci, ex presidente della Regione, a nome dell´intero gruppo azzurro
Interpellanza su Mont´e Prama

ORISTANO - «Intervenire in base al protocollo siglato nel 2011 per la valorizzazione del complesso scultoreo e del sito archeologico di Mont'e Prama, difendere il ruolo delle Università sarde, chiedere che il Ministero revochi, almeno per ragioni di opportunità, la procedura negoziata che ha assegnato ad un'impresa emiliana il recupero, l'indagine scientifica e la valorizzazione dell'area archeologica», sono le richieste dell'interpellanza presentata da Ugo Cappellacci (Fi), ex presidente della Regione, e dall'intero gruppo azzurro, che già ieri aveva mostrato le sue perplessità in merito all'affidamento ad una ditta emiliana [LEGGI].

«Come indica l'intesa siglata tre anni fa, si prevede la valorizzazione del sito archeologico e la fruibilità per il pubblico, per narrare ai visitatori anche la cronaca dei ritrovamenti. Ora il Ministero - spiega Cappellacci - non può comportarsi come un concitato buttafuori, imponendo silenzi, cacciando gli archeologi sardi e assegnando tutto ad una ditta emiliana, attraverso una procedura negoziata senza la pubblicazione di un bando. A chi, come il sottosegretario Barracciu, ci accusa di non conoscere il codice degli appalti rispondiamo che proprio quel codice prevede altri procedimenti».

«Ci spieghino allora perché di fronte ad una situazione che avrebbe meritato il massimo livello di pubblicità e di trasparenza hanno, invece, scelto proprio un iter che non prevede la pubblicazione di un bando e che limita la partecipazione, individuando a priori gli operatori economici invitati alla gara. Piuttosto che la pretesa che non vengano sollevati dubbi o addirittura di imporre dall'alto il silenzio, attendiamo risposte sia dal punto di vista politico che da quello amministrativo».

«Quella procedura – sottolinea l’ex governatore - dovrebbe essere revocata, almeno per ragioni di opportunità. Visto che dalla politica, dalla burocrazia romana e da chi, pur sardo, ne assimila in fretta i vezzi, per 40 anni è giunto solo una vergognosa politica del silenzio sui Giganti di Mont’e Prama, occorre che la Sardegna non solo non venga estromessa da un percorso che fino a quando non è iniziata una serie di interventi scomposti dalle stanze del Ministero, ha prodotto risultati soddisfacenti, ma svolga il ruolo da protagonista che le spetta. La storia dei sardi non è suscettibile di appropriazioni indebite da parte di chi va alla ricerca dei suoi 15 minuti di notorietà politica né può essere appaltata ad altri».



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