S.I.
11 ottobre 2014
Laureato a Cagliari scopre la pulsar più luminosa mai vista
La scoperta, effettuata con il telescopio spaziale NuSTAR (Nuclear Spectroscopic Telescope Array) della Nasa è stata pubblicata oggi dalla rivista Nature
CAGLIARI - E’ laureato a Cagliari e lavora al Sardinia Radio Telescope (in località San Basilio) Matteo Bachetti, l’astrofisico che guida il team internazionale che ha scoperto una stella di neutroni pulsante luminosa come 10 milioni di soli: la pulsar più luminosa mai osservata. La scoperta, effettuata con il telescopio spaziale NuSTAR (Nuclear Spectroscopic Telescope Array) della Nasa è stata pubblicata oggi dalla rivista Nature.
Si tratta di un nuovo successo per il team di astrofisici dell’Ateneo: qualche anno fa un’altra giovane ricercatrice, Marta Burgay, venne indicata dal Corriere della Sera tra “i 20 italiani che stanno cambiando il mondo”, per aver scoperto la prima “doppia pulsar”.
Bachetti, classe ’81, dottore di ricerca in astrofisica, ha conseguito la laurea magistrale in Fisica discutendo una tesi con il professor Luciano Burderi (correlatori Andrea Possenti e Marta Burgay) sullo sviluppo di codici per la ricerca di pulsar binarie. Phd in Fisica nucleare, il suo campo principale di ricerca è Astrofisica delle Alte Energie. Ha scritto circa 20 articoli in riviste peer-reviewed, e dal 2011 è membro del team scientifico della missione della NASA NuSTAR.
La scoperta è stata effettuata all’Institut de Recherche en Astrophysique et Planétologie di Tolosa, in Francia, dove aveva vinto una borsa di ricerca e da cui Bachetti è rientrato appena una ventina di giorni fa per lavorare al Sardinia Radio Telescope di San Basilio.
Inizialmente si pensava che le emissioni luminose fossero da attribuire ai buchi neri. Ma da oggi, in base alle ultime scoperte, questo approccio va considerato errato. Una di queste sorgenti, M82 X-2 nella galassia M82, a circa 12 milioni di anni luce dalla Terra, ha iniziato ad un certo punto a pulsare velocemente: gli astronomi hanno immediatamente riconosciuto in questa pulsazione l’impronta di una stella di neutroni. «Quando ho visto le pulsazioni non potevo crederci, per giorni ho pensato ad un errore e cercato quale fosse la sorgente vicina a X-2 che potesse contaminare i dati – ha dichiarato Bachetti all’ANSA -. L’unico modo di ottenere pulsazioni così veloci e così stabili è avere una pulsar, cioè una stella di neutroni».
Nella foto Matteo Bachetti
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