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D.C. 22 gennaio 2014
Sussidi bloccati ad Alghero: la forte voce dei deboli
Ritardi nel Comune di Alghero sui finanziamenti per le famiglie dei malati Sla, i sussidi di estrema povertà, i sussidi ai malati e quelli ai disabili. L´ultimo intoppo pare essere la sostituzione del sistema informatico. Le fasce deboli protestano. «Mortificati da una burocrazia che ammazza»
Sussidi bloccati ad Alghero: la forte voce dei deboli

ALGHERO - Presso la sede del Comune di Alghero e dei Servizi Sociali, regna ormai da tempo una grigia atmosfera, mista di rabbia, delusione, umiliazione e stanchezza. La causa sembra essere la lenta burocrazia, la quale pare stia immobilizzando l’intera macchina amministrativa ed in particolare il sistema assistenziale. A fare le spese di tale meccanismo inceppato sono le fasce deboli, quelle scontratesi cioè con un duro destino, ed ora costrette a fare i conti anche con gravi ritardi. Intere famiglie disagiate raccontano, infatti, di non ricevere da giorni, o meglio mesi, gli aiuti economici che gli spettano di diritto da parte del Comune di Alghero, il quale, dichiarando di avere il sistema informatico fuori uso (sarebbe in sostituzione il programma di gestione del bilancio) e di non poter dunque effettuare i vari versamenti, toglie il sonno alla gente.

Le famiglie dei malati di Sla ad esempio, dicono che, a causa della mancata corrispondenza delle quote derivanti da progetti a loro dedicati, come il “Tornare a Casa” o il “Caregiver”, non riescono più a garantire ai propri cari cure, medicinali ed assistenza. Per chi lo avesse dimenticato, un affetto di Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) è una persona destinata alla perdita totale dell’autonomia, a causa del collasso graduale di tutti i muscoli volontari, e dunque strettamente dipendente da terzi oltre che, a seconda dello stadio in cui si trova, da macchine, quali il respiratore artificiale, il deambulatore, la sedia a rotelle, il montascale e così via dicendo.

Tutti accorgimenti questi, che hanno un dispendio enorme (basti pensare per esempio al costo elettrico di un respiratore attaccato alla corrente notte e giorno), difficilmente sostenibile da chi è fortunatamente rientrato nei vari progetti assistenziali. È chiaro dunque che bloccarli, per un tempo indefinito, nelle casse del Comune, ogni qualvolta sussiste un problema, significa "derubare" il malato del proprio diritto a curarsi, privarlo di ciò che è in grado di alleviare il suo dolore (creme, fisioterapia, medicine), impedirgli di abbattere all’interno della propria casa le barriere architettoniche, vietargli di uscire, di distrarsi, di incontrare gli amici di sempre, poiché senza un assistente che lo consenta, tutto questo è impossibile.

Ma il Comune di Alghero, che possiede da luglio 2013 il 70% del “Caregiver” finanziato dalla Regione e ancora non l’ha corrisposto ai singoli beneficiari, pare quasi disinteressarsi dei malati di Sla, così come dei poveri che sino ad oggi hanno mangiato grazie alla Caritas o all’aiuto di un parente. Si perché in via Sant’Anna tutto (o quasi) è bloccato: non solo i contributi alle famiglie dei malati Sla, ma anche i sussidi di estrema povertà, i sussidi ai malati e quelli ai disabili. E a poco serve recarsi in Comune ogni giorno, per sensibilizzare e protestare perché, dai racconti delle vittime di un sistema che, anziché sollevare, aiutare e livellare, angoscia, intralcia e mortifica, si rischia di essere trattati come numeri, come la parte più scocciante di lavoro di routine, come miserabili in cerca di soldi; ma soprattutto, risulta inutile perchè è difficile ottenere risposte.

Di fronte alle lecite domande «Quali sono i tempi di risoluzione?», «Quando riceveremo i nostri soldi?», è stato risposto in maniera evasiva «Forse Venerdì». Ma le numerose persone in difficoltà hanno bisogno di tempi certi non di probabilità. Comunque, nell’ascoltare la voce della disperazione, nel leggere la stanchezza ed il dolore, nel conoscere una triste verità cittadina, tutto improvvisamente appare tristemente chiaro: debole non è chi nella vita è stato sfortunato, ma chi di fronte a questa sfortuna sceglie di rimanere indifferente, pur avendo la facoltà di cambiare le cose.




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