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Monica Caggiari 28 ottobre 2005
Alghero a convegno sulla Salute mentale: tra relazioni e dibattiti cresce l’attenzione verso i malati
Ieri si è svolta la prima parte del Convengno sulla salute mentale. L’incontro, seguito da un folto pubblico, ha aperto la strada verso la speranza di cure adeguate per i pazienti e di maggiore attenzione verso le famiglie, spesso abbandonate a se stesse
Alghero a convegno sulla Salute mentale: tra relazioni e dibattiti cresce l’attenzione verso i malati

ALGHERO - Il Convegno sulla Salute mentale, svoltosi ieri, 27 ottobre, nella Sala Conferenze di San Francesco, ha dimostrato l’urgenza che verte attorno all’argomento. La Sala era, infatti, stracolma e l’incontro, introdotto dai saluti del Sindaco Tedde e dell’Assessore Carboni, si è protratto per molte ore. Nelle parole di Tedde e Carboni, come anche in quelle di Remo Sizza, responsabile dei servizi sociali della Sardegna e referente regionale per conto dell’Assessore Dirindin, la platea ha potuto cogliere la volontà di riorganizzare il settore e maggiore attenzione verso i pazienti psichiatrici e i loro famigliari. Oltre la burocrazia e le proposte, che per ora sono perlomeno dei punti partenza, si sono sviluppati gli interventi di Giuseppe dell’Acqua, responsabile D.S.M. di Trieste, e di Paolo Michielin, Responsabile dell’Unità operativa di Treviso. Il primo ha con forza ribadito l’esigenza di riorganizzare i servizi per la salute mentale in senso univoco, adeguando gli strumenti di lavoro ai diritti imprescindibili dei pazienti, come dignità, libertà e uguali opportunità di cura. Il problema principale, ravvisato anche da Michielin, è, infatti, a tutt’oggi la discontinuità e la disomogeneità dei trattamenti sanitari. Entrambi i medici hanno così evidenziato, attraverso dei paragoni, che avere una patologia mentale in una regione piuttosto che in un’altra significa incappare in cure spesso davvero agli antipodi e con esiti in materia di libertà e restrizioni profondamente diverse. Da qui la necessità di ottimizzare l’aderenza ai trattamenti, per i quali esiste già un protocollo unico, quello di Helsinki, impegnandosi come società e non delegando ai singoli, perché non esistano più pazienti con passaporti differenti, così come affermava la scrittrice Susan Sonntag. Dopo l’intervento del direttore dell’Asl n°1, Zanaroli, che ha spiegato la difficoltà dell’azienda locale in merito a sprechi e dispersione del personale, è stata la volta di Alba Corona, responsabile del D.S.M. di Sassari e di Anna Paola Tarasconi, del C.S.M. di Alghero, che hanno segnalato la totale disponibilità ad ascoltare la platea attraverso il dibattito finale. Un vero e proprio sfogo per le esigenze ancora inevase, che ha concluso l’incontro.



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