Skin ADV
Alguer.it
Notizie    Video    Alguer.cat   
NOTIZIE
SardegnaTurismo Alguer.it su YouTube Alguer.it su Facebook
Alguer.itnotiziesassariCulturaArcheologia › Allineamenti e simmetrie, Pranu Muttedu caso-studio
S.S. 15 novembre 2013
Allineamenti e simmetrie, Pranu Muttedu caso-studio
Il sito, reso noto a Goni da Enrico Atzeni nel 1975 è al centro delle ricerche condotte dagli specialisti di Aristeo e della Sat. Dati inediti nella giornata di apertura del III Convegno interazionale di archeoastronomia “La misura del tempo”
Allineamenti e simmetrie, Pranu Muttedu caso-studio

SASSARI - Emergono particolari sempre più rilevanti dall’indagine dei ricercatori di Aristeo e della Sat (Società astronomica turritana) impegnati nel progetto scientifico “La misura del tempo”. Dalla prima giornata di lavori del III Convegno internazionale di archeoastronomia, aperto ieri nell’aula magna dell’Università di Sassari, arrivano notizie importanti relative al sito di Pranu Muttedu, Goni (CA), che, per via dei riscontri avuti durante i rilievi, è diventato un vero e proprio caso di studio.

Nel corso delle recenti indagini, finalizzate a studiare le relazioni esistenti, nell’antichità, tra la conoscenza dei fenomeni celesti e l’architettura dei monumenti, è emersa la necessità di compiere una serie di rilevamenti topografici sul sito di straordinaria importanza scoperto da Enrico Atzeni, nel Cagliaritano, nel 1975: «Le indagini - ha spiegato infatti Simonetta Castia (Aristeo) - hanno rivelato la presenza di un sistema di reciprocità segnica e simbolica, nonché di importanti relazioni spaziali tra gli allineamenti e i gruppi di menhir presenti nel sito, le tombe a circolo e le strutture di carattere cultuale inseriti all’interno di una dimensione di spiritualità relativa alla natura e al paesaggio».

I ricercatori, confortati da una serie di riscontri, hanno ipotizzato una lettura più articolata dell’area sacra che gravita attorno alla tomba II, detta del Capo, delle sue relazioni con il grande circolo presente al suo interno e dei rapporti con i menhir e le tombe presenti in tutta l’area. Durante l’indagine sono state eseguite, inoltre, misure degli azimut delle tombe e degli allineamenti dei menhir con l’impiego sul campo di un Gps topografico professionale che consente la localizzazione del sito con una altissima precisione.

A questo riguardo è interessante il dato interpretativo che emerge dallo studio delle tombe, in particolare la IV, detta “triade”, che sembrerebbe creare una simmetria attorno al mezzogiorno quasi a richiamare un interesse che, in campo astronomico, può essere dimostrato solo con la presenza di astri che sorgevano e tramontavano compiendo un breve arco sopra l’orizzonte. Data la complessità e la delicatezza del tema, i ricercatori che si sono alternati al microfono per l’intera giornata, hanno evidenziato, ancora una volta, che l’indagine deve avere un approccio di tipo interdisciplinare: «Per l’interpretazione corretta dei dati - ha rimarcato infatti Michele Forteleoni (Sat) - nulla può e deve essere esaminato solo in una visione astronomica tralasciando le connessioni e le relazioni che li legano agli aspetti sociali delle antiche comunità».

Le domus de janas su cui finora sono stati fatti rilievi sono più di cinquecento, le indagini consentiranno di giungere, entro l’anno, a 700 unità, l’obiettivo degli specialisti di Aristeo e della Sat è quello di indagarne almeno mille, un numero che, rispetto ai 3.500 presenti in Sardegna, è considerato sufficientemente rappresentativo in relazione al tipo di ricerca prevista dal progetto tuttora in pieno corso. «Di ciascun ipogeo - ha riferito Gian Nicola Cabizza (Sat) - sono stati effettuati rilievi con l’impiego di strumenti validati scientificamente, quali la bussola goniometrica e l’inclinometro».

Stamattina era il turno della Sia (Società italiana di Archeoastronomia) che celebra a Sassari, gemellato quest’anno con la “Misura del tempo”, il XIII Convegno nazionale coordinato da Elio Antonello (Osservatorio astronomico di Brera). Riccardo Cicilloni (Università di Cagliari) ha fatto il punto su “Il paesaggio archeologico tra la fine del Neolitico e l’età del Rame, concentrandosi, in particolare, sui dolmen della Sardegna, mentre Marzia Monaco, Flavio Carnevale, Silvia Gaudenzi e Marcello Ranieri, hanno illustrato i dati relativi all’analisi geometrica di alcune strutture circolari neolitiche situate a Punta Candela (Arzachena). Nel pomeriggio parleranno Andrea Polcaro, Nicoletta Lanciano, Mauro Peppino Zedda, Manuela Incerti, Domenico Ienna e Riccardo Balestrieri.

Domani, sabato 16, chiusura dei lavori con relazioni di Elio Antonello, Alberto Scuderi, Vito Francesco Polcaro, Ferdinando Maurici, Giangiacomo Gandolfi, Mario Arnaldi, Enrico Calzolari, Adriano Gaspani, Riccardo Balestrieri, Filippo Bartolo, Angela Militi e Marco Codebò. Domenica 17, sopralluogo post conference a Goni, nel sito di Pranu Muttedu, che sarà ancora oggetto di studio da parte dei ricercatori di Aristeo e della Sat. Durante i lavori della prima giornata è stato annunciato che fra i casi-studio di prossima trattazione rientra anche il sito sassarese di Monte d’Accoddi.



Hosting provider Aruba S.p.A. Via San Clemente, 53 - 24036 Ponte San Pietro (BG) P.IVA 01573850516 - C.F. 04552920482

La testata usufruisce del contributo della Regione Sardegna Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Legge regionale 13 aprile 2017 n. 5, art. 8 comma 13

© 2000-2024 Mediatica SRL - Alghero (SS)