Red
31 ottobre 2012
Aeroporto: stalattiti in valigia
Denunciato ad Alghero un cittadino lituano 33enne in partenza per Stoccolma. Trasportava quattro stalattiti e una stalagmite appartenenti ai sistemi carsici ipogei della Sardegna nord–orientale e più precisamente da grotte localizzate nell’entroterra del Golfo di Orosei
ALGHERO - Nei giorni scorsi, presso l’aeroporto di Alghero, il personale addetto alla sicurezza Sogeaal, durante i normali controlli del bagaglio a mano in possesso dei passeggeri in partenza con il volo Ryanair per Stoccolma, hanno rilevato attraverso il controllo radiogeno la presenza di materiali che per consistenza e forma hanno insospettito la security che ha richiesto l’intervento del personale dell’Agenzia delle Dogane.
Nei guai un cittadino lituano (M.B. di 33 anni), nel cui bagaglio sono state rinvenute concrezioni calcaree e frammenti ossei fossili. I reperti sono stati posti sotto sequestro cautelativo, al fine di verificare la provenienza. Nell’ambito di una collaborazione già consolidata tra la Sezione Operativa Territoriale di Alghero dell’Agenzia delle Dogane ed il Corpo Forestale e di Vigilanza ambientale, il Dr Nicola Agostara ha informato il Commissario Antonio Sanna che ha avviato le indagini al fine di verificare ed accertare la provenienza dei reperti litici e paleoantologici.
Il giorno seguente è stata predisposta una perizia dei reperti da parte del Professor Vincenzo Pascucci del Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell’Università agli Studi di Sassari. E' stato lo stesso docente ad accertare che le concrezioni, consistenti in quattro stalattiti, di cui una ancora attiva e tre inattive, una inflorescenza pisolitica più nota come stalagmite a “cavolfiore”, provenivano da cavità, grotte, appartenenti ai sistemi carsici ipogei della Sardegna nord–orientale e più precisamente da grotte localizzate nell’entroterra del Golfo di Orosei. Le stalattiti risultavano tutte staccate dal loro sito in tempi molto recenti.
Per quanto riguarda il reperto paleontologico, invece, questo sarebbe riconducibile a frammento osseo di un’arcata dentaria appartenente ad un animale di grossa taglia. Ulteriori approfondimenti e verifiche sono ancora in corso. Al 33enne è stata contestata la violazione amministrativa (da un minimo di 5.000 ad un massimo di 15.000 euro) e i reperti posti sotto sequestro al fine della loro confisca. La stretta collaborazione tra gli uffici che hanno curato l’accertamento (Security So.Ge.A.Al, Agenzia delle Dogane e Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale), come già in passato, dimostra di potere raggiungere importanti risultati per la tutela del patrimonio geologico e naturalistico dell’Isola.
Foto d'archivio
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