S.A.
3 agosto 2012
Fondazione Usa finanzia l´Università di Cagliari
Possibili passi avanti nella cura della malattia di Parkinson. La Michael J Fox finanzia due ricercatori del dipartimento di Scienze biomediche di Cagliari per un progetto di due anni da 389.400 dollari
CAGLIARI - Due ricercatori del dipartimento di Scienze biomediche dell’Università degli Studi di Cagliari hanno ricevuto da una prestigiosa Fondazione americana, la Michael J Fox (è nata per opera dell'attore Michael J. Fox nel maggio del 2000), un finanziamento per svolgere una ricerca sul ruolo di alcuni neurotrasmettitori molto importanti nella cura della malattia di Parkinson: l’adenosina, la serotonina e il glutammato.
Si tratta di Micaela Morelli, professore ordinario di Farmacologia, e di Manolo Carta, ricercatore di Fisiologia (project coordinator). I due ricercatori ipotizzano che un controllo farmacologico che coinvolga i neurotrasmettitori citati, oltre la dopamina, possa prolungare nel tempo gli effetti benefici della levodopa (utilizzata per curare il Parkinson) e prevenire le alterazioni dei movimenti anche nei pazienti più anziani, con importati ricadute non solo sulla qualità di vita dei pazienti, ma anche degli stessi familiari e del Sistema Sanitario Nazionale. Verranno utilizzati farmaci che sono in uno stadio avanzato di sviluppo clinico: di conseguenza, gli eventuali risultati positivi che emergeranno da questo progetto di ricerca potrebbero avere rapide ricadute nell’applicazione clinica.
Il progetto – dal titolo "Pharmacological targeting of the 5-HT1, A2A and NMDA receptors: an integrative approach to dyskinesia" - durerà due anni, ed è stato finanziato per un totale di 389.400 dollari, da ripartirsi tra le tre Unità del progetto, che oltre le due menzionate, vede partecipe anche un gruppo di ricerca dell’Università di Bordeaux coordinato dal dottor Erwan Bezard. La malattia di Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa dopo l’Alzheimer e costituisce una problematica medico-sociale destinata ad aumentare con l’invecchiamento della popolazione a cui la società moderna sta andando incontro.
La malattia è caratterizzata dalla perdita dei neuroni che producono dopamina e causa difficoltà ad eseguire anche semplici movimenti. La terapia farmacologica della malattia di Parkinson consiste nella somministrazione della levodopa che è il precursore della dopamina. Tale terapia funziona molto bene durante i primi anni di malattia consentendo ai pazienti di vivere una vita pressoché normale. Nelle fasi più avanzate della malattia, però, la levodopa perde gran parte della sua efficacia a causa della comparsa di effetti collaterali noti come fluttuazioni motorie di cui le discinesie rappresentano l’aspetto più difficile da controllare.
Nella foto: Micaela Morelli e Manolo Carta
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