S.A.
2 novembre 2011
Tse: ricercatore dal Bangladesh
Ampliare le conoscenze sulle encefalopatie spongiformi degli ovini e imparare le più moderne tecniche di diagnosi delle Tse. Borsa di studio per un ricercatore ospite dell´Istituto Zooprofilattico
SASSARI – Dal Bangladesh alla Sardegna per perfezionare le conoscenze sulle encefalopatie spongiformi e imparare le più moderne tecniche di diagnosi delle Tse. È l’«avventura» cominciata pochi giorni fa da Subir Sarker, medico veterinario dell’università di Rajshahi, a pochi chilometri dal confine con l’India. Subir, 29 anni, è ospite dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna, che gli ha concesso una borsa di studio di tre mesi.
L’obiettivo è quello di far apprendere al giovane medico le più recenti scoperte in materia di encefalopatie spongiformi degli ovini, le cosiddette Tse o malattie da prioni di cui fa parte anche la «mucca pazza». L’Istituto “Pegreffi”, infatti, è impegnato da anni in questo campo e contribuisce insieme ad altri enti (come Agris) alla realizzazione del Piano di selezione genetica contro la scrapie degli ovini, che la Regione ha reso obbligatorio per tutti gli allevamenti della Sardegna.
«In questi mesi il collega del Bangladesh studierà gli aspetti genetici delle patologie ovine, i meccanismi di trasmissione e i sistemi di diagnosi», spiega il dottor Ciriaco Ligios, tutor responsabile del percorso formativo di Subir. Dirigente del laboratorio di Genetica e Patologia dello Zooprofilattico, Ciriaco Ligios nel 2010 è stato ospite dell’ufficio delle Dogane cinesi per un corso di formazione rivolto ai veterinari locali e ora getta un «ponte» verso il Bangladesh per ampliare le conoscenze dell’Istituto Zooprofilattico.
«Il percorso di studio cominciato con il dottor Sarker ha certamente un valore filantropico perché contribuisce ad esportare conoscenze in un Paese povero come il Bangladesh – commenta Ligios –, ma ha anche un significato strategico nella misura in cui ci permette di conoscere le realtà sanitarie degli allevamenti locali tramite i nuovi partner. Questo consente di conoscere nuove patologie poco note in Europa che però potrebbero arrivare anche da noi tramite i commerci». È il caso delle cosiddette «malattie emergenti», come la blue tongue o la West Nile disease, che prima avevano un significato esclusivamente «esotico» e poi sono diventate emergenze sanitarie con cui fare i conti.
Nella foto: Dott. Sarker
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