Red
11 marzo 2011
Trichomonas vaginalis, importante studio
Tre studiosi della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell´Università di Sassari hanno contribuito a svelare alcune caratteristiche e funzioni di una molecola chiave nel metabolismo del microorganismo
SASSARI - Tre studiosi della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell'Università di Sassari hanno contribuito a svelare alcune caratteristiche e funzioni di una molecola chiave nel metabolismo del Trichomonas vaginalis, un microorganismo che causa una delle malattie a trasmissione sessuale più diffuse, la tricomoniasi, che ogni anno colpisce più di 170 milioni di persone in tutto il mondo. Si tratta di un'infezione che nella donna provoca vaginite e cistite e nell'uomo invece è causa di prostatite.
Il gruppo di ricerca guidato dal professore ordinario di Microbiologia, afferente al dipartimento di Scienze biomediche, Pier Luigi Fiori e costituito dal professore associato Paola Rappelli e dal ricercatore Daniele Dessì, dopo aver raggiunto quattro anni fa la copertina del prestigioso Science, si è ripetuta meritando la copertina del numero di marzo della rivista di riferimento della parassitologia molecolare Molecular and Biochemical Parasitology, con un lavoro svolto all’interno di un network di collaborazione internazionale. Lo studio è nato dalla sinergia tra il gruppo del professor Fiori e quelli del professor Nigel Yarlett della Pace University di New York e del professor Jan Tachezy della Charles University di Praga.
«Abbiamo studiato e osservato diverse caratteristiche dell’arginina deiminasi (questo il nome della molecola, ndr) - spiegano Paola Rappelli e Daniele Dessì - un enzima che riveste un ruolo fondamentale nella produzione di energia nel Trichomonas. Ciò che la rende peculiare e interessante è il fatto che questa molecola, al contrario di ciò che accade per molti altri enzimi coinvolti nella produzione di energia, che sono molto simili sia nei microorganismi patogeni che nel loro ospite umano, è tipica del Trichomonas e di pochi altri parassiti e manca del tutto nell’uomo. Questo la rende un oggetto di studio interessante e promettente per lo sviluppo di nuovi farmaci contro questo patogeno. Andare a colpire l’arginina deiminasi del parassita è come andare a tagliare le sue fonti di approvvigionamento energetico».
Nonostante esista un farmaco efficace per la terapia della tricomoniasi, stanno aumentando i casi di resistenza, fatto che rende importante l’individuazione di nuove strategie di intervento per il controllo della tricomoniasi: «Controllare l’infezione dal Trichomonas - aggiunge Pier Luigi Fiori - significa anche controllare altre infezioni sessualmente trasmesse, come ad esempio le infezioni da Hiv. Il Trichomonas, infatti, crea una sorta di terreno fertile, un ambiente immunologico favorevole che aumenta il rischio di acquisizione del virus HIV di 2-3 volte, come dimostrano diversi studi condotti su popolazioni ad alto rischio».
L’articolo sull’arginina deaminasi segue di pochi mesi un’altra pubblicazione effettuata dallo stesso network di ricercatori, e riguardante un aspetto collegato. Fiori e i suoi collaboratori hanno dimostrato come il Trichomonas condivida il meccanismo di produzione di energia dell’arginina deaminasi con un batterio, Mycoplasma hominis, che causa una comune infezione del tratto genitale e con cui il parassita instaura una simbiosi quando i due si incontrano nel tratto genitale umano. «Quando il Trichomonas e il Mycoplasma si trovano insieme - spiega Fiori - l’attività dell’arginina deaminasi risulta aumentata di sei volte. Queste analogie metaboliche, insieme a questo stretto rapporto fisico fra i due microorganismi, ci ha fatto ipotizzare che il Mycoplasma possa fungere come una sorta di primitiva “centrale energetica” per il Trichomonas. Si tratta per ora di speculazioni, ma l’interesse da un punto di vista evolutivo è grande: potrebbe aiutarci a capire come si sono formate le vie di produzione dell’energia negli organismi più evoluti».
Tutte queste ricerche sono state rese possibili dalla stretta collaborazione tra i gruppi di ricerca di Sassari, Praga e New York. Questo network, che comprende anche scienziati di Los Angeles e Newcastle, tra gli altri, si è formato durante il progetto di sequenziamento del genoma di Trichomonas che ha portato all'articolo pubblicato su Science che ha messo in contatto la comunità internazionale di ricercatori impegnati a studiare la biologia di Trichomonas. «Questi successi - sottolinea il professor Fiori - sono ottenuti in un periodo cruciale per l’Università italiana, nonostante il forte sottofinanziamento del sistema universitario pubblico e i pesanti tagli di cui è oggetto la ricerca scientifica in Italia».
«Inoltre l’entrata in vigore della cosiddetta riforma Gelmini ha portato ad acuire criticità già presenti nell’Università. Sta causando una serie di vuoti normativi che mettono a repentaglio il normale svolgimento delle attività didattiche e di ricerca, umilia la componente più giovane e produttiva degli Atenei, i ricercatori, i precari e i dottorandi». Aggiunge Daniele Dessì, che è stato uno dei portavoce del Coordinamento dei ricercatori dell’Università di Sassari nei giorni della protesta dello scorso autunno.
Nella foto: da destra Daniele Dessì, Pier Luigi Fiori e Paola Rappelli
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