Sergio Ortu
30 maggio 2004
Anaplasmosi Importanti indicazioni dal convegno internazionale di Alghero
Presenti i maggiori esperti nazionali ed internazionali della materia venuti da diverse parti d’Europa e dagli Stati Uniti
Si è conclusa venerdì pomeriggio la tre giorni di lavori della conferenza internazionale denominata “Ehrlichiosi-anaplasmosi nell’uomo e negli animali:una arbozoonosi emergente” svoltasi presso l’auditorium della Porto Conte Ricerche a Tramariglio. L’anaplasmosi è una malattia infettiva trasmessa da zecche e che può colpire non solo gli animali, ma anche l’uomo. I primi casi nell’uomo risalgono al 1999 in alcuni paesi europei mentre gli ultimi sono stati segnalati in Francia nell’aprile di quest’anno. Le principali specie animali colpite sono state i bovini (in Francia), ovini e caprini (in Spagna e Scandinavia), cavalli (in Italia, Francia e Germania). Ma sono i roditori e ruminanti selvatici a rappresentare la riserva naturale dell’agente patogeno specifico. Quando l’anaplasmosi colpisce l’uomo presenta una sintomatologia che si può manifestare con una sindrome pseudoinfluenzale. Negli animali da reddito, invece, la patologia si può rivelare ben più dannosa causando ad esempio aborto, mastite e nei casi più gravi far sopraggiungere la morte dell’animale colpito, con rilevanti perdite zootecniche ed economiche. L’evento formativo di notevole spessore è stato organizzato grazie al connubio degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali di Sardegna, Sicilia e Lazio allo scopo di fare il punto su un argomento che sta assumendo sempre più rilevanza nella medicina umana e veterinaria e cioè il problema sanitario legato alle malattie trasmesse dalle zecche. Le relazioni sono state tenute dai maggiori esperti nazionali ed internazionali della materia venuti da diverse parti d’Europa e dagli Stati Uniti, che hanno analizzato le problematiche legate alla patologia illustrando anche l’incidenza dell’anaplasmosi nei loro paesi. L’evento scientifico ha avuto anche il principale scopo di sensibilizzare tutte le professionalità mediche e biologiche sulla necessità di segnalare ed individuare casi compatibili dal punto di vista epidemiologico e clinico. Questo potrà consentire una diagnosi rapida e certa, una rappresentazione della incidenza e prevalenza di questa zoonosi emergente anche in Italia, permettendo quindi di predisporre una strategia di controllo. Ai lavori del convegno coordinato dalla Fondazione Valverde, hanno partecipato oltre 200 ricercatori appartenenti a Università, Istituti di Ricerca e professionisti della prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali della Sardegna e della penisola.
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