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S.A. 13 gennaio 2023
Agnello Igp: crollo del prezzo ai pastori
Si stima che a dicembre 2022, dei circa 300mila agnelli macellati, solo poche migliaia siano stati pagati ai pastori secondo il protocollo d’intesa
Agnello <i>Igp</i>: crollo del prezzo ai pastori

CAGLIARI - Confagricoltura Sardegna, insieme a migliaia di aziende del mondo delle campagne, ha accolto con grande interesse e aspettativa il decreto sulle Pratiche sleali, che attua la direttiva dell’Unione europea destinata a garantire una maggiore tutela per gli operatori del settore agricolo e alimentare. La prima filiera ad applicare l’accordo è stata quella dell’Agnello di Sardegna Igp. L’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea), nel report pubblicato a dicembre 2022, ha stabilito che il costo di produzione dell’agnello è risultato mediamente di 5,62euro al kg (a peso vivo e Iva inclusa). Secondo le indicazioni del decreto sulle Pratiche sleali il prezzo dell’agnello di Sardegna Igp non potrà essere pagato sotto i costi di produzione stabiliti da Ismea e quindi non meno di 5,62euro (5,11euro più Iva).

A dicembre, in Sardegna, è stato siglato un accordo tra una organizzazione di categoria agricola e una parte della grande distribuzione e del mondo della macellazione, per un prezzo equo da corrispondere ai produttori primari. Tale intesa ha poi coinvolto, per il tramite dell’associazione agricola, anche i vertici del Consorzio di Tutela dell’Agnello di Sardegna Igp, proponendosi ad allevatori e consumatori come strumento innovativo attraverso cui mettere finalmente in sicurezza il lavoro dei pastori con un giusto compenso per le attività svolte. Questo accordo, a campagna di vendite natalizie ormai chiusa, non ha avuto, tuttavia, i risultati attesi. I motivi principali sono sostanzialmente due: il primo riguarda il fatto che il protocollo interessava solo una piccolissima fetta delle aziende ovine sarde e il secondo, ben più determinante, che non erano state previste garanzie e forti contrappesi, affinché gli impegni assunti dalle parti fossero rispettati per tutta la campagna produttiva, con un prezzo da corrispondere agli allevatori di non meno di 5,62euro.

Si stima che a dicembre 2022, dei circa 300mila agnelli macellati, solo poche migliaia siano stati pagati ai pastori secondo il protocollo d’intesa. Esempi simili, sul recente andamento di mercato, arrivano inoltre dall’analisi di alcuni dati: dalla Sardegna stanno partendo da 2500 a 3000 agnelli a settimana con un prezzo che oscilla tra 2,8 e 3euro al kg. Alla luce di questa situazione, Confagricoltura Sardegna chiede al Consorzio di Tutela dell’Agnello di Sardegna Igp che le scelte consortili siano concertate e condivise con l’organo direttivo, rappresentante del variegato mondo pastorale sardo, e con le diverse organizzazioni agricole. Il Consorzio di tutela è infatti la casa di tutti gli allevatori ovini della nostra Isola e non certamente di una sola associazione di categoria. Quello che sta accadendo in questi giorni, con un compenso corrisposto agli allevatori sotto il 50% dei costi di produzione, dimostra chiaramente come la vertenza prezzo vada affrontata tutti insieme e per l’intera campagna produttiva: perché o vinciamo tutti o non vince nessuno.

Ostentare un risultato a vantaggio solo di una piccolissima parte di pastori, come un risultato dell’intero comparto, illudendo i produttori primari che si possano vendere gli agnelli per tutto l’anno a un prezzo superiore a quello fissato da Ismea, non fa bene né agli allevatori né tantomeno al Consorzio di tutela, poiché ahinoi il fallimento è sotto gli occhi di tutti. Sarebbe, pertanto, utile una fase di chiarimento affinché si superino situazioni di confusione – non è infatti elegante confondere i ruoli di tutela di un prodotto di eccellenza con i ruoli sindacali dell’associazione di provenienza - e si possa ripartire da regole concertate e capaci di rafforzare l’azione di tutela e al contempo gli interessi dei pastori sardi.



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