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13 dicembre 2022
Scavo di San Lorenzo: inaugura la mostra
Venerdì 16 dicembre alle ore 16.00 presso il Centro di Restauro della Soprintendenza di Sassari, in via Auzzas 3, verrà inaugurata l´esposizione “Archeologia preventiva a Sassari: i materiali restaurati dello scavo di San Lorenzo”
SASSARI - Il risultato dell’attività di scavo condotta nell’area di San Lorenzo a Sassari sarà al centro di una esposizione aperta alla collettività che verrà inaugurata venerdì 16 alle ore 16.00 al Centro di Restauro della Soprintendenza di Sassari, in via Auzzas 3 a Sassari. L’iniziativa, realizzata dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro in collaborazione con Ersu Sassari, pone in luce quanto emerso nel corso dell’attività archeologica preventiva, realizzata nell'area che era destinata ad ospitare il nuovo Campus studentesco dell’Ersu; gli importanti reperti emersi nel corso degli scavi hanno, di fatto, portato ad una modifica dei piani di edilizia residenziale universitaria, non più fattibili in quel terreno ma per i quali verrà individuata una soluzione alternativa.
L’Ersu, proprietaria del terreno, ha rispettato quanto dettato dalla normativa in materia di tutela archeologica, finanziando l’attività di scavo e garantendo così non solo la massima salvaguardia dei reperti, ma anche la fruibilità degli stessi da parte della collettività. L’area, in principio solo potenzialmente a rischio archeologico, ha necessitato dei cosiddetti “saggi preliminari all’avvio dei lavori pubblici”, veri e propri scavi condotti da esperti, sotto la direzione scientifica dell’archeologa dott.ssa Nadia Canu per la Soprintendenza di Sassari e la direzione lavori condotta dal responsabile unico del procedimenti dell’Ersu, Ingegner Antonella Virdis.
Nell’area circostante i ritrovamenti si erano succeduti nel corso del tempo. In età romana, dalla fonte delle Conce si originava uno dei due rami dell’acquedotto della Colonia Iulia Turris Libisonis (Porto Torres) e correva parallelamente alla principale arteria stradale antica dell’Isola, la strada a Turre Caralis, che ricalca approssimativamente il percorso dell’odierna SS 131. Le indagini precedentemente condotte nelle aree limitrofe, ad esempio nel corso degli anni '70 e nel 2004, durante la realizzazione degli Uffici Giudiziari, avevano restituito piccoli frammenti ceramici risalenti al I sec. a.C., strutture e altri materiali sensibili che facevano ipotizzare quindi che nella zona si potesse trovare un insediamento di epoca romana repubblicana, mai individuato precisamente prima d’ora. Nel 2020, a richiesta della Soprintendenza, sono iniziate le verifiche preventive, consistenti nello scotico superficiale di cinque saggi e un approfondimento nel saggio 4, dove è stato messo in luce un accumulo di materiale ceramico di epoca romana repubblicana.
Attraverso le indagini con il georadar si è cercato di definire l’areale dell’insediamento, che risultava esteso su buona parte del lotto. Quindi, nel 2021, è stata avviata una seconda campagna di saggi preventivi, con scotico superficiale per verificare l’estensione del sito e approfondimenti stratigrafici per definirne le fasi di occupazione. L’interesse archeologico dell’area indagata è stato acclarato in tutti i settori oggetto di intervento (10 saggi totali), confermando la presenza di un insediamento di grandi dimensioni che purtroppo a causa dei lavori agricoli nell'area non conserva gli elevati, ma custodisce una eccezionale stratificazione archeologica. I materiali ritrovati, oggetto dell’attività di restauro condotta dalla dott.ssa Charlotte Montanaro, Restauratrice del Centro di Restauro della Soprintendenza, permettono oggi alla collettività di scoprire un'esposizione di altissimo valore per la storia del nord ovest dell’isola.
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