S.A.
27 luglio 2022
7900 laboratori alimentari a rischio in Sardegna
In Sardegna sono 7.900 i laboratori alimentari che occupano 20mila
addetti la cui condizione economica e di produzione è fortemente legata all’impennata dei costi delle materie prime e dell’energia

CAGLIARI - «Se va avanti cosi, chiudiamo». E’ il grido di dolore dei 7.900 laboratori alimentari della Sardegna (panificatori, pastai birrifici, caseari, cioccolatieri, gelatieri, pasticceri, lavorazione carni, molitori e ristorazione), la cui condizione economica e di produzione è fortemente legata all’impennata dei costi delle materie prime e dell’energia. «Quello che ci crea più angoscia, in questo momento – afferma Marco Rau, delegato regionale per l’alimentazione di Confartigianato Imprese Sardegna – è sicuramente il rincaro del costo dell’energia: elettricità e gas. Dopo una crescita, da inizio anno che ha già più che raddoppiato i nostri costi, nel solo mese di luglio le nostre
analisi nazionali stimano un ulteriore aumento del 55%: una cosa mai
vista prima».
Le attuali quotazioni dei prezzi alla borsa elettrica, infatti,
preannunciano un forte incremento della bolletta elettrica nel mese di
luglio rispetto al mese precedente. Per fare un esempio se si prendono i consumi di una azienda che impiega circa 10.000 kWh in un mese, se sulla competenza di giugno (fattura ricevuta a metà/fine luglio) ha sostenuto un costo di 2.700 euro come spesa pura di vendita (senza comprendere le perdite di rete, il dispacciamento, le spese di trasporto, le spese per oneri, e le imposte), sui medesimi consumi è presumibile che a luglio (fattura che riceverà a metà/fine agosto) andrà a spendere 4.200/4.300 euro.
«A questo, ovviamente - prosegue Rau -, va aggiunto, ed è sotto gli
occhi di tutti, un aumento continuo dei prezzi delle materie prime:
farina (+85%), burro (80%), olio girasole (40%), marmellate e
cioccolato (+20%)».
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