S.A.
23 maggio 2022
Da Sassari il robot che riconosce le piante
L’Università di Sassari partecipa al progetto europeo "Natural Intelligence" per lo sviluppo di robot “autonomi” che monitorano l’ambiente
SASSARI - Il dipartimento di Scienze Chimiche, Fisiche, Matematiche e Naturali dell’Università di Sassari sta attivamente partecipando ad un progetto denominato “Natural Intelligence for Robotic Monitoring of Habitats” finanziato dall’Unione europea con un budget totale di tre milioni di euro con l’obiettivo di sviluppare sistemi robotici capaci di “uscire” dai laboratori e muoversi in habitat naturali.
Nello specifico, il gruppo di lavoro dell’Università di Sassari, guidato dalla Professoressa Simonetta Bagella collabora ad “istruire il robot ad operare negli habitat dunali, identificando e catalogando le specie vegetali e la loro abbondanza, insieme ad altri parametri utili per la definizione dello stato di conservazione di questi sistemi minacciati a scala globale. Proprio in questi giorni, tra gli sguardi curiosi dei bagnanti, si stanno svolgendo i primi test nel litorale di Platamona e presso il Parco Nazionale dell’Asinara.
Grazie a questa attività saranno redatte delle linee guida generali per il monitoraggio ambientale attraverso i sistemi robotici, con lo scopo di includere queste tecnologie nei manuali per il monitoraggio di specie e habitat di interesse comunitario in Italia. Il progetto al quale partecipa l’Università di Sassari, coordinato da Manolo Garabini del Centro Piaggio dell’Università Pisa, «mira a sviluppare nuovi sistemi in grado di sfruttare un corpo basato su tecnologie soft robotiche in grado di adattarsi ad ambienti non strutturati».
Questo sarà possibile grazie a specifici algoritmi che costituiranno, in sostanza, la “mente” del robot e che da un lato «faciliteranno la locomozione, rendendola energeticamente più efficiente, più robusta a disturbi e a terreni irregolari e permettendo anche movimenti più ardui, quali salti dinamici o camminare su sentieri ripidi” e dall’altro lato “renderanno i robot in grado di svolgere in modo (parzialmente) autonomo la missione preposta, ovvero permettendo di muoversi liberamente nell’ambiente, di rimediare a eventuali cadute, e anche di identificare e catalogare le varie specie tipiche degli ambienti naturali sotto analisi».
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