Red
15 aprile 2021
Domus de Janas: la sfida della Rete dei Comuni
Il programma, di cui Alghero è capofila con i siti di Anghelu Ruju e Santu Pedru, arriva alla “Tentative lists” di Parigi per il riconoscimento dell´Unesco World Heritage Centre
ALGHERO - L’opera della sepoltura dei sardi che ha attraversato millenni, elemento significativo del patrimonio culturale della Sardegna, merita il riconoscimento dell’Unesco. C’è già il parere favorevole nel merito da parte del Ministero della Cultura, espresso l’8 aprile. Il Ministero ha dato il via libera alla proposta formalizzata dalla Rete dei Comuni in cui sono presenti vestigia e testimonianze della preistoria, tra cui le Domus de Janas, prevenuta attraverso la Commissione nazionale italiana per l’Unesco. Sono trentacinque i siti che fanno parte della proposta, da Alghero a Villanova Monteleone, da Ossi a Cheremule, da Mamoiada a Goni, Ardauli, Benetutti, Sedilo e altri ancora. La proposta denominata “Arte e architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas/Art and Architecture in the Prehistory of Sardinia. The domus de janas” fa parte ora della lista propositiva italiana della Convenzione sulla protezione del Patrimonio mondiale trasmessa alla rappresentanza permanente d’Italia all’Unesco. Il prossimo approdo è quello della “Tentative lists” di Parigi, Centro del Patrimonio mondiale, al quale gli Stati presentano le proposte che considerano patrimonio culturale di eccezionale valore universale.
Alghero, con i siti di Anghelu Ruju e Santu Pedru, è capofila con Ossi del programma che il Ministero della Cultura propone per il riconoscimento Unesco. La Rete dei Comuni ora elaborerà i dossier che sosterranno la validità della proposta di riconoscimento all’Unesco World Heritage Centre. Il Piano di gestione del patrimonio della Rete dei Comuni si avvarrà del supporto del Comitato tecnico–scientifico composto da personalità del mondo accademico sardo e dal Centro studi “Identità e memoria”, presieduto da Giuseppa Tanda, promotrice del programma di candidatura all’Unesco. Nella conferenza stampa di oggi (giovedì), a Porta Terra, è stato fatto il punto sul procedimento che ha centrato un primo e importante traguardo con il benestare del Ministero. Presenti Tanda, l’assessore alla Cultura del Comune di Alghero Marco Di Gangi e il sindaco di Bonnanaro Giovanni Carta componente del Cts. Il sindaco di Alghero Mario Conoci, assente per sopraggiunti impegni, vuole sottolineare l’importanza della sfida: «Una grande opportunità per tutta la Sardegna, non solo per Alghero, per la promozione di un patrimonio unico. La promozione delle nostra autentiche opere d’arte, valori culturali universali, quali sono le Domus de Janas, è un fattore determinante dello sviluppo di un progetto di ampio respiro che amplia con straordinaria qualità anche l’offerta turistica dei territori».
Le cosiddette “Case dei morti” sono il punto di forza di un progetto di candidatura unico in Italia che, tra le tante proposte per il riconoscimento Unesco, spicca per l’unicità della preistoria della Sardegna. «La sfida ambiziosa è quella di un percorso di tutti i Comuni dell’Isola in cui l’attrattore della cultura così significativo possa incidere anche sullo sviluppo turistico della rete - aggiunge Di Gangi - La proposta è altamente competitiva, e tuttavia il percorso verso il riconoscimento Unesco è uno stimolo a creare tutte le condizioni affinchè questa ricchezza sia valorizzata pienamente». La proposta è forte, ne sono convinti Tanda e Carta: «Abbiamo opere d’arte che rappresentano benissimo lo spirito Unesco, le Domus de Janas costituiscono l’espressione funeraria ed artistica più rilevante del sistema culturale sviluppatosi nell’Isola tra la fine del Quinto ed il Terzo Millennio a.C.». La Rete si avvale della collaborazione del Comitato scientifico, di cui fanno parte un rappresentante del Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’Università degli studi di Sassari e uno del Dipartimento di Lettere, lingue e beni culturali dell’Università di Cagliari, due rappresentanti dell’Assessorato regionale della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, due rappresentanti del CeSim e i direttori dei Musei eventualmente presenti nei territori di riferimento.
Nella foto: un momento della conferenza stampa
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