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Cor 28 settembre 2020
Spettroscopia ultraveloce per i documenti antichi
L’articolo “Time through colors: a kinetic model of red vermilion darkening from Raman spectra” pubblicato sulla rivista internazionale “Dyes and pigments”, è frutto degli studi condotti dai docenti Daniele Chiriu, Pier Carlo Ricci, Carlo Maria Carbonaro e Giancarlo Cappellini
Spettroscopia ultraveloce per i documenti antichi

CAGLIARI - Intuito, preparazione, intesa. Arriva dal gruppo dei fisici con il fondamentale impiego delle potenzialità offerte dal Cesar (Centro d’ateneo servizi per la ricerca) lo studio che sta scuotendo esperti e comunità scientifica internazionale. L’articolo “Time through colors: a kinetic model of red vermilion darkening from Raman spectra” pubblicato sulla rivista internazionale “Dyes and pigments”, è frutto degli studi condotti dai docenti Daniele Chiriu, Pier Carlo Ricci, Carlo Maria Carbonaro e Giancarlo Cappellini. Al lavoro - svolto in proficua sintonia con la Biblioteca centrale di Cagliari - hanno collaborato anche Marco Marceddu, Marco Pala e Francesca Pisu. Una squadra motivata e vincente su più fronti, abile nel consolidare reputazione e accreditamento delle ricerche condotte all’Università del capoluogo regionale.

Tecniche ottiche e metodiche avanzate. La ricerca propone un modello di datazione e studio del degrado di pigmenti antichi con l’applicazione di tecniche ottiche come la spettroscopia Raman e la spettroscopia ultraveloce pump-probe. Con l’utilizzo del pump-probe gli scienziati hanno potuto confermare i cambiamenti di fase cristallina dovuti all’annerimento del rosso vermiglio (cinabro) creato artificialmente in laboratorio su campioni sintetici. I risultati ottenuti consentono di avere informazioni su datazione, conservazione e restauro di pigmenti antichi. Il paper è stato redatto dal pool di specialisti che opera nei laboratori della Cittadella universitaria di Monserrato. Il cinabro, dal Rinascimento al Terzo millennio. La ricerca sui principali pigmenti storici (dal 2018 a quest’estate) si è svolta nell’ambito di una convenzione tra dipartimento di Fisica e Biblioteca Universitaria. L’intesa prevede lo studio di manoscritti e stampati antichi di pregio conservati nella Biblioteca.

«Lo studio - spiega Daniele Chiriu, primo firmatario del lavoro - ha riguardato la caratterizzazione di inchiostri rossi realizzati con il Cinabro, pigmento noto anche come Rosso Vermiglio, utilizzato specie in epoca rinascimentale da Raffaello, Tiziano, Botticelli. L’analisi di questo pigmento ha riguardato le sue proprietà di fotodegradazione, annerimento dovuto all’effetto dell’invecchiamento e dell’esposizione alla luce». Dai grandi del Rinascimento alle ricerche del terzo millennio. «Il problema dell’annerimento del Cinabro costituisce tuttora un fenomeno non completamente compreso e soprattutto di difficile eliminazione. L’attività di ricerca, svolta al dipartimento di Fisica e al Cesar, propone una serie di caratterizzazioni ottiche del materiale attraverso tecniche non distruttive e non invasive come la Spettroscopia raman, l’Assorbimento transiente e la Riflettività. Lo studio di alcuni parametri caratteristici ha permesso di sviluppare un modello matematico in grado di fornire importanti indicazioni sullo stato di conservazione del reperto. L’azione combinata delle tecniche di indagine adottate, unita allo sviluppo del modello matematico, permetterebbe di avere importanti informazioni sulla datazione di campioni antichi.
Beni culturali, collaborazione, approccio multidisciplinare».

«I risultati di una ricerca condotta con l’impiego, tra l'altro, per la prima volta della spettroscopia ultra-veloce del nostro Centro. Lo studio - dice Roberta Vanni, direttore del Cesar - costituisce il primo esempio isolano dell’utilizzo della tecnica pump-probe nel settore dei beni culturali. Sono state utilizzate le più avanzate tecnologie e le relative competenze ed è stato possibile confermare i cambiamenti di fase cristallina dovuti all’annerimento del rosso vermiglio (cinabro) creato artificialmente in laboratorio su campioni sintetici. I risultati ottenuti consentono di avere informazioni fondamentali sui pigmenti antichi. In definitiva - conclude a professoressa Vanni - un bell'esempio di collaborazione tra aree scientifiche apparentemente lontane ma strettamente legate quando la scienza si serve dell'approccio multidisciplinare, sempre più praticabile nel nostro ateneo grazie a strumentazioni e competenze di alto livello disponibili al Cesar».



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