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Cor 23 aprile 2020
Chiude a Porto Torres la sede della Soprintendenza
La coalizione politica formata da Impresa Comune, Partito dei Sardi, Sardegna Vera, Obiettivo Comune e Riformatori Sardi lancia l´allarme nel territorio
Chiude a Porto Torres la sede della Soprintendenza

È ufficiale: la chiusura delle Sede Operativa della Soprintendenza ABAP per le Province di Sassari e Nuoro, situata a Porto Torres in via Ponte Romano, un altro pezzo della Pubblica Amministrazione, dopo gli Uffici della Dogana, del Consorzio Industriale Provinciale (ex ASI), dell'Autorità Portuale, del Giudice di Pace, viene cancellato dalla nostra città. La coalizione politica formata da Impresa Comune, Partito dei Sardi, Sardegna Vera, Obiettivo Comune e Riformatori Sardi lancia l'allarme nel territorio. La Sede Operativa di Porto Torres, istituita con apposito Decreto Ministeriale nel 1978, fu inaugurata in concomitanza del momento di massima espansione della Zona Industriale e dell'area urbana di Porto Torres, ad essa furono assegnate circa cinquanta unità fra personale scientifico, tecnico e amministrativo. L'organizzazione data all'Ufficio Ministeriale garantiva sia la piena autonomia di funzionamento, sia l'efficacia e l'efficace della dell'azione di tutela del patrimonio archeologico Turritano. La direzione nel rispetto dei compiti istituzionali ha sempre operato in sinergia con le altre istituzioni del territorio per mettere in luce, per tutelare, per conservare e valorizzare i beni archeologici di Porto Torres.

Il personale, coordinato dai direttori della Sede (spesso gli stessi Soprintendenti) che si sono avvicendati negli anni, ha fatto le più importanti scoperte degli ultimi quarant'anni nell'area urbana e periurbana di Porto Torres. Nonostante ciò la decisione della chiusura era nell'aria, tutto è iniziato con il trasferimento di una parte cospicua del personale a Sassari ed è proseguito per l'assenza di un turnover che non ha permesso di sostituire il personale che lasciava il servizio. «Ci chiediamo però se da parte del Soprintendente, prima di prendere tale decisione, siano state intraprese iniziative per evitare la chiusura, con interpelli o richieste di immissione di nuovo personale. Ma ci domandiamo soprattutto se l'attuale Amministrazione Comunale, pur essendo a conoscenza degli sviluppi, si sia attivata per evitare la chiusura. Siamo informati del fatto che un rappresentate del Comune di Porto Torres, non tanto tempo fa, sia stato ricevuto dal Ministro dei Beni Culturali in persona, fatto sicuramente importante».

«Però, considerati i risultati, ci chiediamo di cosa abbiano parlato. Altra preoccupazione nasce dall'assenza di notizie relative alla destinazione dei tecnici della ALES Arte Lavoro e Servizi S.p.A., società in house del Ministero che attualmente svolge gli interventi di manutenzione e conservazione dei monumenti nell'area archeologica di Porto Torres con un investimento di circa quattrocentomila euro all'anno. Come non manca la preoccupazione relativa ai controlli di prevenzione fino ad oggi attuati dalla Soprintendenza in occasione dei lavori pubblici, e per le richieste di finanziamento per le attività di conservazione e valorizzazione avviati dal personale scientifico e tecnico dell'Ufficio turritano. Sì, perché nel corso degli anni, il personale della Sede Operativa della Soprintendenza, non si è limitato unicamente ad esercitare attività di tutela e controllo, ma è stato sempre proteso alla programmazione di investimenti per opere di salvaguardia e valorizzazione dei beni archeologici allo scopo di garantire la conservazione e la fruibilità dei monumenti».

«Siamo convinti che una delle future alternative di sviluppo economico sulle quali il comune di Porto Torres potrà, e dovrà puntare sia quella del turismo culturale. Ricordiamo a questo proposito che il sito turritano è uno dei più importanti a livello nazionale, con grandi potenzialità di sviluppo. Non riusciamo a capire pertanto come mai l'attuale Amministrazione Comunale che tanto decanta la sua vocazione verso lo sviluppo turistico, non abbia seriamente ragionato ad una gestione propria del patrimonio archeologico e si lasci sormontare ogni volta da imposizioni che in alcun modo promuovono il potenziamento delle risorse esistenti. Riteniamo quindi sia inaccettabile considerare di far decollare un piano di sviluppo territoriale con la chiusura di un Ufficio così importante. Pertanto invitiamo il Soprintendente a sospendere il provvedimento e ad attivare un tavolo politico aperto anche alle parti sociali per ricercare soluzioni alternative alla chiusura», concludono Impresa Comune, Partito dei Sardi, Sardegna Vera, Obiettivo Comune e Riformatori Sardi.



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