Red
14 febbraio 2020
Il pane carasau entra all´Università
L´Università degli studi di Cagliari porta l´Internet of things nella produzione del pane carasau: i ricercatori di quattro Dipartimenti collaborano con due aziende in un progetto finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico con quasi 5milioni di euro
CAGLIARI - Rendere efficiente e sostenibile la produzione artigianale di pane carasau, sfruttando le nuove tecnologie informatiche ed elettroniche proprie della Industria 4.0: è l’obiettivo del progetto Iapc, acronimo che sta per “Ingegnerizzazione e automazione del processo di produzione tradizionale del pane carasau mediante l’utilizzo di tecnologie Iot”, che coinvolge i ricercatori di quattro Dipartimenti dell’Università degli studi di Cagliari. L’idea alla base dell’iniziativa coordinata da Alessandro Fanti, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria elettrica ed elettronica, è integrare le innovazioni prodotte dalla comunità scientifica con le conoscenze e competenze della realtà produttiva regionale senza perdere l’artigianalità del prodotto.
«Più nel dettaglio – spiega Fanti, responsabile scientifico del progetto - puntiamo a riprogettare la produzione del pane carasau, a partire dalla caratterizzazione chimica degli ingredienti sino ad arrivare al delicato processo di cottura, alle tecniche per il confezionamento del prodotto e alla gestione e stoccaggio in magazzino. Il progetto proporrà inoltre l’utilizzo di accurati modelli matematici e di metodologie di calcolo che consentiranno la riduzione del consumo di energia per unità di prodotto e dei costi associati. Inoltre - inserendo nei processi di produzione del pane Carasau nuove tecniche di gestione e tecnologie dell’informazione e comunicazione e Internet of Things, con particolare riguardo ai sistemi di tracciamento ottici e a radio frequenza - contiamo di ottenere una caratterizzazione più accurata della filiera produttiva dalle materie prime, ai semilavorati e garantendo così una maggiore qualità del prodotto finale».
Il progetto ha una durata di trentasei mesi ed è finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico sul Fondo per la crescita sostenibile “Agrifood” Pon I&c 2014-2020, con un importo di quasi 5milioni di euro (di cui oltre 2 di pertinenza dell’Università di Cagliari). Il progetto, fortemente caratterizzato da un approccio multidisciplinare, coinvolge gli studiosi di quattro Dipartimenti: Piero Cosseddu, Mauro Franceschelli, Giorgio Fumera, Gianluca Gatto, Giuseppe Mazzarella, Giovanna Mura (Ingegneria elettrica ed elettronica), Renzo Carta e Massimiliano Grosso (Ingegneria meccanica, chimica e dei materiali), Alberto Angioni (Scienze della vita e dell’ambiente) e Roberto Baccoli (Ingegneria civile, ambientale e architettura). Per la realizzazione delle attività, l’Università di Cagliari collabora con la capofila, lo Studio-A Automazione, con sede a Serramanna, in partnership con Mfm di Urrai Salvatora & c. di Fonni.
Nella foto: Alberto Angioni, Mauro Franceschelli, Massimiliano Grosso, Giovanna Mura, Giuseppe Mazzarella, Alessandro Fanti, Gianluca Gatto, Piero Cosseddu
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