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23 agosto 2007
Turisti ingannati dai menù: «così o non venite in Sardegna»
E’ successo ad Alghero, in un noto ristorante con terrazza sul mare, il giorno di Ferragosto
ALGHERO – Avevano deciso di passare il ferragosto nella cittadina catalana per far vedere qualcosa di insolito ad un parente sbarcato sull’isola per passare insieme a loro le vacanze e, perché no, mangiare qualcosa di tipico. Intorno alle due la piccola compagnia decide di andare a pranzo e, attratta da una pubblicità stradale, si reca presso un noto ristorante con terrazza sul mare. All’ingresso in bella mostra il menù si presenta ricco e vario. I tre si presentano alla cassa e chiedono un tavolo. Il locale è visibilmente al completo e la proprietaria li informa che c’è da attendere un pò, almeno mezz’ora. Uno di loro, per evitare spiacevoli equivoci, chiede espressamente: “ma non è che poi non c’è nulla da mangiare?” La risposta è rassicurante: “state tranquilli, c’è tutto”. Per ingannare l’attesa si spostano nell’attiguo bar a sorseggiare una birra che decidono di consumare all’esterno. Anche li ben affisso e visibile il menu. Iniziano a scegliere i piatti per evitare successive perdite di tempo. Finalmente arriva il loro turno ma, una volta accomodati, la cameriera sfodera, quasi per magia, tre copie di un altro listino che, intitolato “Menù di Ferragosto”, riporta ben pochi piatti e completamente diversi da quelli già visti esposti. Alla garbata richiesta del perché, la cameriera con altrettanto garbo risponde che lei non poteva fare altro che prendere ordinazioni su quello, ma che se avessero voluto, li avrebbe fatti parlare con la proprietaria. Ecco quindi materializzarsi una ragazza robustina, sui trent’anni, in pantaloncini e maglietta che, qualificata per la figlia del titolare, si avvicina ai tre clienti chiedendogli se c’è qualche problema. Loro ribadiscono la richiesta di avere un piatto di spaghetti alla bottarga e altre pietanze contemplate nel menù esposto. “Oggi è ferragosto ed il menu è diverso, cosa credete, è così in tutta la Sardegna! Se non vi va bene dovete fare a meno di venire in Sardegna!” risponde la ragazza con fare da sberleffo e malcelata supponenza. A queste parole uno di loro decide che la sua pazienza ha già abbondantemente superato ogni limite e con tono sicuramente piccato fa presente che è nato e cresciuto in Sardegna e, per quanto l’abbia fin ora girata, mai gli era capitato di conoscere ristoratori tanto indegni di rappresentare i sardi verso i turisti. Considerato che ormai erano le tre e difficilmente avrebbero trovato altro altrove i tre decidono di non andar via, cercando di ottenere almeno l’ammissione della scorrettezza compiuta. “Ma insomma, volete mangiare o no? Lo so che tipo è lei, va in giro per i ristoranti a fare polemica!” la risposta ottenuta. La conversazione prende allora un altro tono. Esasperati i malcapitati infatti ricordano quali sono i doveri di un titolare di licenza, cioè avere listini esposti e dare al cliente ciò che nei listini esposti è indicato. E minacciano di chiamare la Polizia annonaria. Ecco allora apparire la titolare che, preoccupata per una probabile sanzione, si dichiara dispiaciuta per le discussioni avvenute e si manifesta disponibile a chiedere scusa per il disguido. È ovvio che la vicenda non può essere riferita facendo di tutte le erbe un fascio. L’isola vanta migliaia di seri, onesti e preparati ristoratori che della soddisfazione del cliente ne fanno un punto d’orgoglio e mai si sognerebbero, in caso di legittime contestazioni, di esortarli a starsene a casa loro.
Foto d'archivio
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