P.P.
8 gennaio 2018
L´ultimo saluto a Ercole Contu
Prezioso il suo contributo alla scoperta di Palmavera, Anghelu Ruju e Santu Pedru ad Alghero. Ha scavato alcuni tra i più importanti e conosciuti siti archeologici dell’Isola
ALGHERO - Il mondo dell'archeologia e della cultura riserva l'ultimo saluto al grande Ercole Contu, decano dell’archeologia sarda e professore emerito all’Università degli Studi di Sassari, scomparso domenica in ospedale. Il professore avrebbe compiuto 94 anni. Innumerevoli i suoi studi sulla storia antica della Sardegna come soprintendente archeologo e come docente all’Università. Ha scavato alcuni tra i più importanti e conosciuti siti archeologici dell’Isola come il monumentale altare di Monte d’Accoddi a Sassari, i nuraghi Santu Antine a Torralba e Palmavera ad Alghero, il tempio di Domu de Orgia a Esterzili, la necropoli di Anghelu Ruju ad Alghero, i siti di Filigosa e Tamuli a Macomer. La sua ricerca si è concentrata soprattutto sull’età prenuragica e nuragica ma ha indagato anche sui monumenti romani dell’Isola come il palazzo di Re Barbaro a Porto Torres.
Recentemente aveva partecipato proprio ad Alghero all'allestimento nelle sale de Lo Quarte della mostra sulla Tomba dei Vasi Tetrapodi, una delle domus de janas più imponenti dell’intero territorio regionale, da lui scoperta scoperta nella necropoli di Santu Pedru ad Alghero, situata lungo la SS 127 in direzione di Uri. Nell'occasione aveva partecipato ad un interessante convegno. Tra i suoi lavori più importanti ci fu anche la ristrutturazione del Museo archeologico di Sassari, negli anni Settanta: è proprio qui che il mondo culturale della Sardegna renderà oggi (lunedì) l’ultimo saluto al professore emerito.
Sarà allestita per tutto il pomeriggio e fino alle 20 al Museo archeologico ed etnografico "Sanna" in via Roma a Sassari la camera ardente. Alle 18 ci sarà una cerimonia di commiato alla presenza delle figlie Maria Teresa e Giulia e di tutta la famiglia. Toccante il ricordo di Attilio Mastino, storico ed ex rettore dell’Università di Sassari: «Io debbo ad Ercole Contu, forse al di là di quanto lui stesso non immaginasse, molti dei miei successi iniziali – ha scritto ieri – gli debbo comunque la stima, l’amicizia, il senso di sopportazione, come nel viaggio in Corsica per visitare gli scavi preistorici di Propriano a Sollaccaro, con la straordinaria accoglienza tributata al loro comune maestro non solo dai nostri studenti di Sassari, ma anche dai colleghi corsi, da François de Lanfranchi e da Joseph Cesari. Ne ho tratto globalmente l’impressione di un uomo buono, nobile, generoso, stimato da tutti, un gentiluomo che è stato anche un convinto democratico, un uomo che preferiva discutere e convincere e che non voleva imporre agli altri la propria volontà».
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