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Red 10 gennaio 2017
Ricerca: Cerbero parte da Sassari
Al via il progetto di ricerca innovativo internazionale. Dalla profondità degli oceani all’esplorazione di Marte. Il via ufficiale, nella sede del Dipartimento PolComIng dell´Università, da domani a venerdì
Ricerca: Cerbero parte da Sassari

SASSARI - Dalla profondità degli oceani alle potenzialità inesplorate del pianeta Marte. Tutto questo è Cerbero, progetto di ricerca innovativo finanziato dal programma europeo Horizon2020, che prenderà ufficialmente il via all'Università degli Studi di Sassari da domani, mercoledì 11, a venerdì 13 gennaio. L’Ateneo, con la ricercatrice Francesca Palumbo, del Dipartimento di Scienze politiche, Scienze della Comunicazione ed ingegneria dell'informazione, riveste il ruolo di coordinatore scientifico, mentre il centro di ricerche Ibm di Haifa ha la direzione complessiva del consorzio, formato da dodici partner provenienti da sette diversi Paesi: oltre all’Università di Sassari, partecipano l’Università di Cagliari, l’Università Politecnica de Madrid, l’Università della Svizzera Italiana, l’Institut National des Sciences Appliquées de Rennes (Francia), i centri di ricerche olandesi Tno e Science and Technology, l’azienda sassarese Abinsula, il Centro di ricerche Fiat, la Thales Alenia Space Espana ed il gruppo inglese Ambiesense Ltd, tutte imprese di alto profilo nell’Ict.

L'evento di apertura del kick-off si terrà domani, dalle ore 14 alle 15, nell'aula Da Passano del dipartimento PolComIng, in Viale Mancini 5. Il progetto triennale Cerbero ha ottenuto un finanziamento da oltre 5milioni di euro. La Sardegna è protagonista grazie alla partecipazione dell'Università di Sassari, dell'Università di Cagliari e dell'azienda sassarese di Ict Abinsula che, con Katiuscia Zedda, ha curato la parte della proposta progettuale relativa agli impatti sul mercato.

Cerbero intende elaborare metodi e strumenti per la progettazione di Cyber-physical systems, cioè “sistemi di sistemi” complessi in grado di interagire con gli utenti e l’ambiente. I ricercatori lavoreranno alla creazione di software e hardware per “oggetti intelligenti” a partire da tre casi di studio: “Self-healing system for planetary explanation”, destinato al prossimo lancio su Marte della missione ExoMars previsto per il 2020; il secondo caso di studio è il “diving robot” per il monitoraggio degli oceani; il terzo è “Smart travelling for electric vehicle” per l'auto elettrica intelligente. Gli oggetti intelligenti sono in grado di “capire” di avere un problema e di risolverlo, soprattutto quando le condizioni ambientali sono ibride, sconosciute o addirittura ostili.

Nella foto: Art exomars rover esa, sistema robotico per esplorazioni di Marte



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