Mariangela Pala
11 aprile 2016
Porto Torres, siti archeologici: «risorse dai gruppi industriali»
Le principali aziende appartenenti ai grandi gruppi industriali potrebbero in parte riequilibrare il loro peso ambientale nel territorio cofinanziando gli scavi
PORTO TORRES - «La più grande compensazione ambientale mai avvenuta in città da parte delle società che hanno sfruttato il territorio». Così la presidente dell’associazione politica culturale del Movimento, Sandra Fancello individua come strategia d’intervento per la realizzazione di grandi progetti di sviluppo culturale e archeologico, la strada della collaborazione pubblico-privato.
La presidente del Movimento ritiene che «l'amministrazione comunale debba sollecitare con forza la soprintendenza per autorizzare nuovi scavi archeologici. In caso di difficoltà nel reperimento di finanziamenti regionali, pensiamo ci si possa orientare su quelli privati anche con donazioni sulla falsariga di quanto già accade in altre realtà italiane». L'esempio da seguire è quello di alcuni comuni della Sardegna, come Mogoro con il complesso nuragico di Cuccurada, Nuoro con il Nuraghe di Tanca Manna e, fuori dall'isola, come Supersano con gli scavi finanziati dal Comune nel Villaggio Bizantino.
«Mentre, per quanto concerne i fondi privati, riteniamo che il modello da seguire possa essere quello di Ercolano e che - sottolinea Fancello - le principali aziende appartenenti ai grandi gruppi industriali potrebbero in parte riequilibrare il loro peso ambientale nel territorio cofinanziando gli scavi». Un’occasione per le società Eni, Eph ed altre aziende «che hanno utilizzato il territorio per trarne profitto e che oggi hanno dismesso le loro attività disattendendo tutti i protocolli d'intesa e gli accordi presi per partecipare con capitali importanti alla realizzazione della più grande campagna di scavi e promozione dei nostri importanti siti archeologici», ribadisce la presidente del Movimento.
Ancora tanto deve essere fatto per portare allo scoperto il grande patrimonio archeologico della città, per promuoverlo e per inserirlo in un contesto di valorizzazione integrata. Obiettivo principale, per la Presidente Sandra Fancello, portare alla luce i grandi siti archeologici nel suo complesso, primo fra tutti il Ponte Romano «dove si potrebbe aprire una grande campagna di scavi su cui impegnare un gran numero di persone. Per non parlare dei siti restanti, alcuni semisconosciuti, molti dei quali in stato di abbandono e alla mercé di vandali senza scrupoli».
Per questo motivo, al fine di salvare i siti archeologici dall'irrilevanza e dal degrado, «proponiamo interventi di messa in sicurezza e di ripristino di adeguate condizioni di fruibilità, con la creazione di camminamenti, aree di sosta e segnaletica apposita. In poche parole, iniziare ad estendere gli interventi di valorizzazione dei nostri tesori». Una riscoperta dei siti archeologici e della loro importanza che richiede necessariamente un considerevole apporto di risorse ed una programmazione politica responsabile.
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