A.B.
9 dicembre 2015
Lac a caccia di bracconieri nel Cagliaritano
I volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia provenienti da Lazio, Piemonte e Lombardia, ha condotto la diciannovesima campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano, che ha portato alla neutralizzazione di oltre un migliaio di trappole per avifauna e ben 80 trappole per ungulati
CAGLIARI - Una dozzina di volontari della Lega per l’Abolizione della Caccia provenienti da Lazio, Piemonte e Lombardia, ha condotto la diciannovesima campagna anti-bracconaggio nel Cagliaritano, che ha portato alla neutralizzazione di oltre un migliaio di trappole per avifauna (latziteddus, esattamente 417 lacci in nylon e crine posizionati sugli alberi, centinaia di armature metalliche predisposte per il posizionamento dei lacci da albero, 280 trappole a scatto posizionate a terra) e ben 80 trappole per ungulati (sos cropos, cavi d’acciaio per la cattura di cervi e cinghiali). La campagna, svoltasi in costante contatto con il Corpo Forestale e di vigilanza ambientale, ha visto, come di consueto, la partecipazione di tenaci volontari locali e giunti da varie parti d’Italia con l’obbiettivo di bonificare quanti più boschi e zone di macchia mediterranea dalle micidiali trappole posizionate dai bracconieri, per aiutare la costante attività nel settore del Corpo Forestale e di vigilanza ambientale e delle altre Forze di polizia.
Numerose le aree battute, decine di sentieri, nei boschi e nelle macchie mediterranee di Capoterra, Uta, Assemini, Santadi, Sarroch e Sinnai, in particolare nelle zone di Gutturu Mannu, Monti Mannu, S’Arcu de su Schisorgiu, Is Litteras, Poggio dei Pini, Rio San Girolamo, Santa Barbara, Monte Arcosu e San Gregorio. Tutti i mezzi vietati per l’attività venatoria e gli esemplari di fauna morta recuperati dai volontari della Lac sono stati consegnati alla Stazione di Capoterra del Corpo Forestale come corpi di reato. A differenza di altre occasioni, non sono stati trovati sul posto bracconieri ed è stata avvertita minore intensità della predisposizione di andalas, i sentieri con le trappole già attive, molto probabilmente visto il clima ancora mite che causa un passo tuttora modesto dei tordi. Negli stessi giorni, sono state svolte visite nei mercati cagliaritani di San Benedetto e di Via Quirra, per verificare la presenza di vendita abusiva di avifauna proveniente da attività illecite, fortunatamente senza alcun esito.
Il bracconaggio è un’attività illegale e distruttiva del patrimonio ambientale (si stimano un centinaio di bracconieri fissi più circa duecento occasionali nella sola Capoterra). Il giro di affari è di sensibili dimensioni: basti pensare che una sola griva (spiedo di otto tordi, de pillonis de tàccula) costa al mercato illegale un centinaio di euro al dettaglio. Tuttavia, fra i principali fruitori finali del bracconaggio sembrano proprio essere alcuni noti ristoranti del Cagliaritano, nei confronti dei quali, spiegano dalla Lega per l’Abolizione della Caccia, «appaiono necessarie ispezioni senza preavviso da parte delle Forze dell’ordine. Da non tralasciare il controllo, nel periodo delle festività natalizie, dei mercati pubblici. Tuttavia, anche dai riscontri diretti, il fenomeno del bracconaggio appare in sensibile diminuzione, grazie anche alla complessiva azione di contrasto da parte delle Forze dell’ordine e delle associazioni ecologiste».
«Follia, poi, è anche solo l’ipotesi di una legalizzazione del bracconaggio, dell’uccellagione in particolare, recentemente nuovamente avanzata da cacciatori e amministratori locali di Capoterra e duramente contrastata da parte ecologista». La caccia di frodo è un reato contravvenzionale punito con sanzioni penali ed amministrative. I partecipanti alla campagna anti-bracconaggio della Lac, in proposito hanno dichiarato: “anche quest’anno siamo particolarmente soddisfatti dell’aiuto fornito a Corpo Forestale e Carabinieri che combattono il bracconaggio ogni giorno, ma siamo convinti della necessità di un impegno molto più incisivo nei confronti degli acquirenti e un deciso rafforzamento delle sanzioni: sequestri dei mezzi utilizzati per il bracconaggio, auto comprese, ispezioni in ristoranti e mercati. Il bracconaggio è un vero e proprio danno al patrimonio ambientale, è un vero e proprio furto ai danni di tutti noi”. La Lac conduce campagne anti-bracconaggio nelle zone del Paese dove il fenomeno è più grave: in Sardegna come nelle Valli Bresciane, nelle Isole Pontine come all’Isola del Giglio e, all’estero, anche a Cipro.
Nella foto: un momento dell'attività dei volontati del Lac
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