A.B.
5 dicembre 2015
I rifiuti costano 320milioni alla Sardegna
Nell´Isola, ritirare i rifiuti e spazzare le strade costa 320milioni di euro l´anno, pari a 188euro procapite. Le tariffe sono cresciute del 22,6percento, ma la percezione dei sardi è che l’Isola sia sempre più sporca
CAGLIARI - 320milioni di euro è il costo totale per la raccolta ed il trattamento rifiuti, e lo spazzamento strade in Sardegna. Somma che va a pesare su ogni sardo per 188,90euro l’anno, che spende ben il 12,3percento in più rispetto alla media nazionale. I sardi coprono questi costi pagandoli di tasca propria per 98,3percento. La Sardegna occupa così il sesto posto nazionale tra le regioni con le tariffe più elevate (al primo posto il Lazio con 214euro, all’ultimo il Molise con 123, contro una media italiana di 168). Ad osservarlo, è il rapporto nazionale di Confartigianato sulle tariffe dei rifiuti ed il costo dei servizi (dati 2014 dell’Ispra), che sottolinea anche un paradosso: il costo del servizio cresce dove la qualità è peggiore.
«Se imprese e cittadini si trovano a pagare i rifiuti a peso d’oro, se si hanno le strade sporche e se i servizi di nettezza urbana non sono esattamente da prendere a modello – commenta la presidente di Confartigianato Imprese Sardegna Maria Carmela Folchetti – è innegabile che ci sia più di un problema che viene scaricato sui contribuenti. Senza contare che le tariffe, nella media nazionale, negli ultimi cinque anni sono cresciute del 22percento - sottolinea la Folchetti – quasi tre volte superiore all’inflazione (+8percento). Senza contare il gap del +14,6percento rispetto alla media dei costi europei, cresciuti solo del 9,8percento». In Sardegna, la gestione dei rifiuti indifferenziati incide per il 34,3percento del costo, la gestione della differenziata per il 37percento (la Sardegna è al primo posto in Italia come costi), lo spazzamento ed il lavaggio delle strade per il 13percento, i costi comuni (accertamento, riscossione e contenzioso) per l’11,2percento e l’ammortamento di mezzi e attrezzi per il 4,4percento.
«E’ curioso osservare come i costi per la riscossione siano quasi uguali a quelli per la pulizia delle strade - ha osservato la Folchetti – e ciò ci dovrebbe far riflettere». Proprio su questo punto, Confartigianato, analizzando diversi dati aggregati di Istat, Ispra ed Unioncamere, ha rilevato che ben il 39,3percento della popolazione sarda ritiene «sporche o abbastanza sporche le strade in cui abitano». La Sardegna è al secondo posto in Italia dopo il Lazio (45,9percento) e ben sopra la media nazionale del 26,8percento. Il dossier ha monitorato anche i conti ed i risultati di esercizio delle 376 società partecipate dalle Amministrazioni locali che operano nella gestione dei rifiuti. A livello nazionale, il 64,3percento è in utile, il 17,2percento è in pareggio ed il 18,5percento è in perdita. In Sardegna, delle quattro società partecipate (dati Mef 2012) nessuna ha prodotto utili. Al contrario, il 75percento è andata in pareggio, mentre il restante 25percento ha registrato perdite per 3milioni 246mila euro.
«Sappiamo che la Regione e i Comuni stanno lavorando per trovare le soluzioni al problema gravissimo dei costi e della gestione – continua la Folchetti – noi auspichiamo che vengano trovate al più presto, perché queste condizioni non sono più tollerabili. Come sottolineò Carlo Cottarelli, il commissario governativo alla Revisione della Spesa – conclude la presidente di Confartigianato Sardegna – il 30,1percento della spesa inefficiente degli Enti Locali si concentra proprio sul settore dello smaltimento dei rifiuti che mostra un potenziale di risparmio enorme senza intaccare l’efficienza o la forza lavoro. Le imprese e territori della Sardegna attendono ormai da troppi anni: è tempo di agire».
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