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M. P. 10 novembre 2015
Lettera aperta agli esponenti del Pd portotorrese (e non solo)
Lettera aperta di Giuseppe Marceddu agli esponenti del Partito democratico di Porto Torres con un chiaro riferimento ai dirigenti del partito sassarese. Di seguito il testo integrale della lettera
Lettera aperta agli esponenti del Pd portotorrese (e non solo)

PORTO TORRES - Intervento di Giuseppe Marceddu sulla situazione del Partito democratico a Porto Torres. La proposta di rinnovamento in vista della nomina di un nuovo segretario cittadino alla guida del del Pd turritano. Di seguito il testo integrale della lettera.

Un mese fa mi avete chiesto di entrare a far parte attivamente del partito. Ci ho pensato su e ho dato il mio consenso ad una condizione: che il Pd portotorrese fosse disposto al cambiamento, quello vero. Ho 51 anni e, per chi mi conosce, la mia storia personale parla da sola. Una vita vissuta nell’attività delle aziende di famiglia, lontano da ogni tipo di rapporto con la classe politica. Ora ho raccolto l’invito e ho deciso di mettermi in gioco, portando con me un bagaglio di esperienze di vita reale, quella dell’imprenditoria e del mondo del lavoro. In queste ultime settimane ho incontrato, una per una, le “anime” del Pd turritano, esponendo i miei progetti per lo sviluppo della città. Ho infine organizzato una riunione dove il segretario in carica Pinuccio Vacca ha riferito sulle sue imminenti dimissioni. In quella circostanza ho avanzato la mia candidatura alla guida cittadina del partito, illustrando, in linee generali, quello che sarà il programma della mia squadra. Nessun’altro si è proposto come candidato, salvo poi scoprire, in singoli incontri, che alcune “anime” sponsorizzano la candidatura di qualcuno a quella riunione presente. Incredibile. Questo qualcuno è candidato a sua insaputa? A che gioco stiamo giocando? Avete capito che questo vecchio modo di operare è la tomba del Pd? Qual è lo scopo di far ottenere l’incarico di segretario a chi si dichiara disinteressato? e soprattutto di chi è tale scopo? A questi esponenti del Pd, che essi siano portotorresi o altri che spingono da Sassari o Cagliari, dico No! Il Pd non appartiene a voi, il Pd appartiene ai suoi elettori, ai suoi iscritti, a gente come me, a quella gente che in questo partito ha creduto fin dall’inizio, fin da sempre, da quando con la sua nascita ha fuso in un’anima progressista le realtà diverse derivanti dalla Dc, dal Pci e dal Psi delle origini, partiti fondatori di questa Repubblica. Appartiene a quella gente che in questa idea progressista c’ha creduto e che ora si ritrova una creatura dilaniata dalle correnti e dai giochi di potere. Tutta quella gente che, per chi non l’avesse ancora capito, in questo territorio ha detto basta! Se la città è ora in mano a degli sprovveduti, a qualche furbetto di quartiere, ad un partito commerciale di proprietà la colpa è solo vostra. Non avete voluto ascoltare il malumore dei cittadini, quei cittadini da cui vi siete allontanati per chiudervi nelle stanze del “Palazzo” quando avete avuto in mano il governo e nella sede del partito quando eravate all’opposizione. Quella gente non l’avete voluta ascoltare quando vi bocciava per alleanze improbabili, per candidature improponibili, per comportamenti celati e per sotterfugi malamente nascosti. In tutti gli incontri che ho tenuto ho avuto modo di conoscere più a fondo persone di alto spessore politico e culturale. Persone di capacità indiscussa. Ma alcune di loro si sono perse nei meandri della lotta per il potere ed in essa si sono avviluppati. Io mi rivolgo a loro e a quelli che nelle sfere più alte hanno ceduto alle stesse tentazioni: così il Pd è destinato a morire e di quel potere e di quella visibilità, a cui tenete tanto, non rimarranno altro che i ricordi e gli aneddoti da raccontare ai nipotini. Mi è stato detto che la carica di segretario del Pd di Porto Torres ha di per sé un potere enorme, mi è stato ripetuto più volte come a sottintendere le mie mire personali. Ho dedotto che fosse il solo loro modo di vedere quell’incarico, sottolineando esclusivamente questa peculiarità e non il peso della responsabilità che quel ruolo comporta. Non mi sono soffermato a soppesare questo potere ma mi basta sapere che è sufficiente per riuscire a mettere in atto le idee e i programmi sviluppati per il bene della comunità. Perché questa è la funzione del potere derivante da ogni carica, che essa sia all’interno di un partito o di un istituzione, e non il mezzo per raggiungere scopi personali o di padrini. Paralizzato da tiri di corda di aree più o meno esplicite oggi il Pd portotorrese si è ingessato in una situazione ridicola. E’ vero che l’amministrazione Wheeler è assente nella lotta quotidiana nelle grandi tematiche che investono il territorio (l’area vasta del sassarese, la disoccupazione, lo sviluppo socio-economico) ma è altrettanto vero che anche il Pd cittadino è assolutamente defilato, quasi scomparso, dissipato nelle sue figure impegnate in lotte intestine. L’ho detto e lo ripeto ora pubblicamente: sono l’unico che ha avanzato la candidatura alla segreteria, quindi, se si decide in tal senso in sede di direttivo bene, altrimenti che si vada a congresso dove deciderà l’assemblea. Se sarò io ad avere la guida cittadina del Pd avverto fin d’ora quelli che hanno intenzioni diverse con interessi di parte e che fino ad oggi hanno tramato nell’ombra: Non sono manipolabile. Lavorerò con la mia segreteria per cercare di raggiungere l’unico scopo plausibile: la soluzione dei problemi della comunità. In conformità agl’articoli dello statuto del partito (che alcuni di voi dovrebbe ogni tanto leggere) opererò interagendo con la segreteria provinciale, regionale e nazionale nel rispetto delle prerogative assegnate dallo statuto regionale e delle linee democratiche su cui è esso fondato. Infine ricordo ai più che questo partito nasce da figure che della democrazia ne rappresentano il più alto significato: i Matteotti, i Gramsci, i De Gasperi, i Pertini, i Berlinguer, i Moro. Alla politica di quelle figure il PD deve ritornare perché non c’è alternativa. Agli altri lasciamo i Grillo e i Casaleggio. E ora che si prenda una decisione perché i problemi della città, col suo dramma sociale ed economico, non scompaiono col silenzio del Partito Democratico.



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