Red
1 novembre 2015
Trident: Studenti contro il Questore
Il Comitato studentesco contro l´occupazione militare della Sardegna denuncia quello che definisce «il terrorismo mediatico fatto dal questore»
CAGLIARI - Il Comitato studentesco contro l'occupazione militare della Sardegna denuncia quello che definisce «il terrorismo mediatico fatto dal questore» e ribadisce che «la manifestazione indetta per il 3 Novembre 2015 a Porto Pino ci sarà». Della stessa è stata data comunicazione in Questura in data 29 Ottobre 2015 indicando l’orario, inizio del concentramento le ore 10; come punto di concentramento Via Prima Spiaggia Sant’Anna Arresi (o eventualmente direttamente sull’arenile) e come percorso del corteo l’intero perimetro della base (come già fatto l’11 Giugno 2015 per la manifestazione all’aeroporto militare di Decimomannu).
«Quindi se il questore intende proibire il dissenso, quindi il corteo, lo dica chiaramente, non si nasconda dietro a delle bugie. Intendiamo pertanto sottolineare come, secondo noi, le intenzioni della questura siano finalmente venute allo scoperto. I fogli di via che precedentemente avevano colpito gli attivisti del movimento erano solo un'avvisaglia, ora è chiaro a tutti che la questura non solo vuole tenere lontani gli attivisti e le attiviste che “sono state viste più e più volte girovagare nelle vicinanze del perimetro del poligono di Teulada” ma tutti coloro che sono contro l’occupazione militare» denunciano dal concentramento studentesco cagliaritano.
«La questura, in barba alla stessa legge di cui sostiene di essere paladina, in un crescendo di nervosismo muscolare, entra di forza essa stessa nell'illegalità assoluta facendo carta straccia della Costituzione e di tutta la retorica democratica fatta di libertà di espressione del dissenso e di altre parole prive di ogni reale e tangibile significato» si legge nella nota diramata nel pomeriggio odierno (domenica). «Siamo contro questa violazione grave del diritto ad esprimere pubblicamente dissenso. Siamo contro un questore che si rivela sempre più un liberticida, che intende attuare la tattica stantia della divisione tra manifestanti buoni e cattivi, laddove quelli buoni sarebbero coloro che stanno zitti e seguono le istruzioni di chi vorrebbero contestare».
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