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Mariangela Pala 12 ottobre 2015
Porto Torres: Triton, equipaggio a confronto con gli studenti
I membri dell’equipaggio della motovedetta CP 291, e il suo Comandante Carlo Chessa, rientrati il 18 settembre dalla missione di controllo dei flussi migratori nel canale di Sicili saranno ospiti della scuola "Brunelleschi"
Porto Torres: <i>Triton</i>, equipaggio a confronto con gli studenti

PORTO TORRES - I membri dell’equipaggio della motovedetta CP 291, e il suo Comandante, il Maresciallo, Luogotenente Carlo Chessa, rientrati il 18 settembre a Porto Torres al termine del periodo di missione nel Canale di Sicilia dove dal 6 luglio erano impegnati nell’ambito dell'operazione "Triton" per il controllo dei flussi migratori clandestini nel Mediterraneo, saranno ospiti dell’Istituto comprensivo numero 1. Le loro testimonianze verranno raccontate agli studenti della scuola secondaria “Il Brunelleschi” che pone da sempre particolare attenzione alle tematiche della solidarietà e dell’inclusione sociale.

Dopo l’incontro, avvenuto mercoledì 6 ottobre, con alcuni migranti ospiti delle comunità di accoglienza di Porto Torres, in collaborazione con l’associazione di volontariato “Refugees welcome”, per sensibilizzare gli alunni alle problematiche sociali legate al fenomeno dell’immigrazione, proseguono le attività e gli eventi in questo senso, in linea e nel pieno rispetto del Piano dell’Offerta formativa. Gli otto marinai, al comando del luogotenente Carlo Chessa, erano partiti i primi giorni di luglio a disposizione del comando della settima squadriglia della Guardia costiera nell’ambito dell’operazione “Triton” per il controllo e soccorso dei migranti nel Mediterraneo.

Il pattugliatore d’altura di moderna concezione, lungo 25 metri, durante il periodo di permanenza sul canale aveva soccorso 1200 migranti e percorso 4000 miglia con 300 ore di moto. Sono i dati dell’attività svolta dall’unità della Guardia costiera di Porto Torres a Lampedusa. Una imbarcazione capace di un’autonomia di quasi 1000 miglia, dotato dei più moderni e sofisticati sistemi radar di scoperta navale per l’impiego ad ampio raggio nei teatri operativi nazionali ed esteri. Un’operazione umanitaria che ha contribuito a salvare la vita a chi fuggiva dalla guerra e dalla fame.

All'arrivo in porto, il Comandante della Capitaneri,a Capitano di Fregata (CP) Paolo Bianca Bianca aveva espresso al Comandante dell'unità 1, M.llo Luogotenente Carlo Chessa e agli altri 8 membri dell'equipaggio, parole di apprezzamento per l'intensa attività svolta nel Canale di Sicilia e per le migliaia di vite umane soccorse; il 1° M.llo Chessa, nel ringraziare per le parole di stima pronunciate del Comandante Bianca, aveva dichiarato che la grande fatica di questi mesi, resa più pesante dalla lontananza delle famiglie, era stata ampiamente compensata dall'intensa attività umanitaria svolta in aiuto delle popolazioni disagiate in fuga dal continente africano.



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