PPP
17 ottobre 2006
A scuola di vela per superare le barriere mentali
Quindici ragazzi diversamente abili hanno preso parte al progetto Velevolando. L´iniziativa articolata con lezioni di vela in mare e laboratori creativi, partita il 20 settembre scorso, terminerà domenica prossima
ALGHERO - Terminerà domenica 22 ottobre una fantastica esperienza per un gruppo di diversamente abili coinvolti nel progetto Velevolando. Un’idea nata da un gruppo di giovani appassionati di vela per avvicinare a questa disciplina ragazzi affetti da disabilità psichiche o fisiche. La scuola di vela ha preso il via lo scorso 20 settembre per quindici aspiranti veleggiatori tra i 7 e i 28 anni, con il supporto logistico dello Yacht Club Alghero, la collaborazione della Xtreme Sport & Co e della cooperativa sociale Ipnos, la quale ha predisposto ed organizzato la programmazione di tutte le attività del progetto quali, lezioni di vela ed uscite con un J24 uno scafo da 7,5 metri e laboratori creativi diretti da pedagogiste ed animatori per avvicinare i ragazzi al mondo della vela, attraverso attività manuali quale il disegno, il collage, il decoupage, la creazione di magliette personalizzate. Le loro creazioni saranno esposte insieme ad una mostra cartellonistica e fotografica, presso i locali dello Yacht Club nella giornata conclusiva, domenica prossima, durante la quale i ragazzi saranno premiati con medaglie e attestati di partecipazione. Il progetto ha goduto del supporto comunale. Convinto dell’importanza di una tala iniziativa, l’assessore alla Pubblica Istruzione Antonello Muroni: «Diffondere la concezione dello sport di qualunque tipo esso sia come elemento dei popoli e della cultura e, soprattutto, di ogni individuo, anche diversamente abile, è stato il principale intento ed obiettivo che mi sono prefissato di raggiungere dal momento in cui questo progetto è stato sottoposto alla mia attenzione, permettendo, in tal modo, - afferma il delegato comunale - ad ognuno di partecipare alla vita sportiva senza nessuna distinzione, impegnandoci come collettività al superamento non solo delle barriere architettoniche “materiali”, ma anche di quelle “ottuse mentali” che ancora in alcuni, fortunatamente pochi, ancora persistono».
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