A.B.
21 settembre 2015
Alloro e Nieddu, Artistes du monde Cannes
I due artisti isolani esporranno le loro opere a quattro mani nella prestigiosa esposizione internazionale d’Arte contemporanea che si svolge annualmente in Costa Azzurra
ALGHERO – Da giovedì 24 a domenica 27 settembre, Antonello Alloro e Vittoria Nieddu esporranno le loro opere a quattro mani ad “Artistes du monde Cannes”, la prestigiosa esposizione internazionale d’Arte contemporanea che si svolge ogni anno a Cannes. Madrina dell’evento, nientemeno che Marina Picasso. Lo spazio che i due artisti isolani occupano nell’allestimento espositivo di Cannes, rappresenta e riflette una significativa fetta della loro cultura sarda. Partendo dalla matrice femminea della Dea Madre sarda e fiera, Alloro e Nieddu hanno concretizzato gli sforzi nell’immaginare e rappresentare fantasiosi riferimenti attribuibili ad un passato superiore a 3mila anni.
Un elemento comune ad entrambi emerge nell’utilizzo dei materiali impiegati: ferramenta e cemento, in un connubio tutt’altro che semplice nella giusta proporzione della materia utilizzata nella realizzazione di opere che al di sopra di tutto durino nel tempo. Ai due artisti sardi, impegnati in un percorso di partecipazione che non conosce interruzioni, il compito di studio e ricerca sui materiali poveri come il cemento ma forti e freddi come il ferro che ben si prestano al tema della Dea Madre in una sfida alquanto impegnativa. L'evento internazionale sulla Costa Azzurra ospiterà i lavori dei due corregionali: una nutrita serie di sculture non più grandi di 40centimetri, ognuna a rappresentare un modo di dire, una frase, un proverbio, un’espressione tipica della loro terra d’origine, la Sardegna. Ogni scultura è stata titolata rigorosamente in sardo, a sottolineare il loro forte legame dei due alla loro amata Isola. Due alberi come piedistalli, anch’essi in cemento e ferro, come fossero gli alberi della vita, che protendono i rami verso il cielo: ogni ramo ad ospitare e reggere una Dea narratrice e portatrice della loro tradizione.
I colori che prevalgono sono l’intenso blu, come richiamo al mare ed all’immenso cielo, e le calde terre in riferimento alla Madre Terra ed al tempo che si consuma lasciando traccia indelebile. Due antiche e preziose cornici accolgono due “materpieces”, pezzi molto particolari che non seguono, infatti, i rami della vita. Vivono la loro vita immerse in un onirico paesaggio, custode di vissuti e maestosi trascorsi. Una microscultura violacea dallo sguardo accattivante si affaccia dalla cornice ricca di grazie e fronzoli, mentre la “potente” scultura in ferro si mostra fiera e tronfia davanti agli occhi dello spettatore. Un'elegante figura maschile, timidamente in scena, reca equilibrio ai pesi ed alle forme, per sostenere ed affermare l’indiscussa potenza femminea. “Sas feminas” o “Puppias” (le femmine o pupe/bambole), sono attraenti e bizzarre, stravaganti, ma anche eleganti, nonostante la loro mole abbondante e fiera. Sono come le “comari” di un tempo, chiacchierone e sempre presenti, anche in maniera indiscreta. Ogni scultura è originale ed unica, ognuna ha la propria identità, profonda e vissuta. La collaborazione quasi simbiotica fra i due artisti, ha prodotto dei risultati dal sapore magico, profumi del passato ruotano e si elevano insieme, provocando sensazioni attrattive e coinvolgenti.
Nella foto: Antonello Alloro e Vittoria Nieddu
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