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S.A. 18 settembre 2015
«Corallo Alghero, tutela da Ue non da comuni»
In Europa si apre la strada della tutela delle indicazioni geografiche non agricole, tra cui il Corallo di Alghero: la soddisfazione del consigliere regionale Marco Tedde che boccia l´iniziativa del Comune: «non serve a nulla»
«Corallo Alghero, tutela da Ue non da comuni»

CAGLIARI - «In Europa si apre la strada della tutela delle indicazioni geografiche non agricole, che ancora non sono tutelate da una disciplina uniformata a livello europeo». Così il vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Marco Tedde che interviene sottolineando l’importanza dei traguardi raggiunti in tema di certificazione di prodotti non alimentari. «Se finalmente l’Ue deciderà di estendere il marchio Igp ai prodotti non agricoli, gli artigiani e i produttori sardi beneficeranno di questa azione politica alla quale su mia sollecitazione lavora da qualche tempo l’europarlamentare Salvatore Cicu col mio sostegno tecnico. La Sardegna sarà tra le regioni che più beneficeranno di questa svolta, con vantaggi che si estenderanno ai nostri artigiani e ai nostri produttori».

«Il corallo di Alghero - prosegue l’esponete azzurro - le lame di Pattada, il marmo di Orosei, il granito, il sughero e tutte le eccellenze isolane avranno la possibilità di ottenere la medesima protezione dei prodotti agricoli. Questo è il percorso nel quale le amministrazioni comunali, gli artigiani e i commercianti di corallo algheresi, di coltelli pattadesi, di produttori di marmo, granito, sughero si potranno inserire per tutelare le nostre eccellenze non alimentari: l'indicazione geografica protetta (IGP) per i prodotti manifatturieri europei».

Ieri la commissione Ue ha approvato all'unanimità il rapporto della socialista francese Virginie Rozière, che dovrebbe passare al voto in plenaria il 6 ottobre. «Nel caso in cui l'Europarlamento adottasse la risoluzione, toccherà poi alla Commissione europea decidere se presentare una proposta legislativa in merito o meno Altre iniziative di facciata, come quelle messe in campo da qualche Amministrazione locale a tutela delle proprie specificità non alimentari sono errate, ingannevoli per i produttori e a nulla servono (il riferimento pare essere al recente documento firmato ad Alghero [LEGGI]. La Regione ed i Comuni – conclude l’ex sindaco di Alghero - non hanno competenza alcuna in tema di marchio di qualità che oggi è una certificazione di prodotto (Dop, Igp, Igt, Dogc e Doc) riconosciuta solo agli alimenti dalla Comunità Europea».



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