Marco Tedde
11 settembre 2015
L'opinione di Marco Tedde
Emendamento lingua sarda passo avanti, ma non per l'algherese
Apprendiamo con soddisfazione che dopo le nostre ferme prese di posizione, sfociate in una interpellanza al presidente Pigliaru, due deputate del Pd della Commissione Cultura e della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, che nei prossimi giorni dovranno esaminare il disegno di legge di riforma della Rai, si accingono a proporre un emendamento al Ddl di riforma della Rai per stabilire che per la Regione Sardegna siano realizzate trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua sarda. Senza dubbio, si tratta di un significativo atto di resipiscenza rispetto al voto contrario del Pd in Senato all'emendamento che nel quadro della riforma della Rai prevedeva la possibilità di inserire anche la lingua sarda.
Ci lascia però perplessi il fatto che l'emendamento pare non contenere il richiamo alla lingua catalana di Alghero che nell'ordinamento nazionale e regionale assieme alla lingua sarda ha la medesima dignità di quella italiana. Auspichiamo che le due deputate integrino l'emendamento, affinché nelle disposizioni relative alla riforma della Rai siano previste specifiche misure che contemplino la programmazione e la realizzazione di trasmissioni radiotelevisive in lingua sarda ma anche in quella catalana.
Diversamente saremmo costretti a pensare che la gaffe dell'assessore regionale della Cultura, che ha definito il catalano di Alghero una variante del sardo, non è solo frutto di sciatteria ma di un ben preciso disegno di revisionismo culturale e di marginalizzazione della lingua catalana portato avanti da esponenti della sinistra sarda. Sarebbe anche un vero e proprio ceffone alle politiche di tutela e valorizzazione linguistica praticate dalla Unione Europea nei confronti delle lingue regionali, in attuazione dell'articolo22 della carta europea dei diritti fondamentali.
* vicecapogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale
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