S.I.
6 agosto 2015
Protesta a Sassari: niente sardo in Rai
Stamane a Sassari un gruppo di attivisti guidati dall’Istituto Camillo Bellieni e dal Colcs ha manifestato di fronte alla sede Rai di Sassari: «Roma non cheret a faeddare…»
SASSARI – «Cherimus sa limba sarda in Rai»: con questo motto un gruppo di attivisti guidati dall’Istituto Camillo Bellieni e dal Colcs (Coordinamento Operatori Lingua e Cultura Sarda) stamane (giovedì) ha manifestato di fronte alla sede Rai di via dei Mille a Sassari. Lo scopo, hanno detto i promotori, è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’esclusione della lingua sarda dalle trasmissioni radiotelevisive e dare una tirata d’orecchie ai politici sardi indifferenti.
«Questa decisione è uno schiaffo per tutti noi – ha affermato il direttore scientifico del Bellieni, Michele Pinna – se il sardo è stato escluso dalla Rai per motivi economici, non si spiega come mai la stessa sorte non sia toccata alle altre minoranze linguistiche». Con Bellieni e Colcs c’erano operatrici e operatori linguistici, esponenti di associazioni universitarie, scrittori e appassionati che al suono di fischietti hanno attirato l’attenzione dei passanti, spiegando le loro motivazioni e distribuendo volantini e gadget con la scritta «Su sardu est in totue, ma no in sa Rai».
Il gruppo ha manifestato pacificamente per tutta la mattina, esponendo cartelli e cantando in coro: «Roma non cheret, Roma non cheret a faeddare». Tra i presenti anche lo scrittore Bainzu Piliu: «Non tutti i mali vengono per nuocere – ha commentato ironicamente lo storico intellettuale indipendentista – Dovremmo invece ringraziare la Rai, perché con questo divieto ci ha permesso di comprendere meglio quanto i sardi siano considerati a Roma».
Nella foto la protesta in Rai
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