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Mariangela Pala 27 giugno 2015
Porto Torres: Strutture sommerse per ripopolare il mare
Barriere artificiali sommerse, strumenti utili per favorire la biodiversità e il ripopolamento ittico del mare. Il tema è stato dibattuto venerdì durante il seminario tecnico al Museo del Porto
Porto Torres: Strutture sommerse per ripopolare il mare

PORTO TORRES - Studi scientifici sul dibattuto tema delle barriere artificiali, ossia le strutture sommerse che, installate su fondali mobili marini, attraggono la fauna locale, grazie a stimoli visivi, acustici e chimici, per la possibilità di trovare protezione dalla pesca o dai propri predatori naturali o di alimentarsi su organismi insediatisi sulle nuove superfici resesi disponibili. Strumenti utili per favorire la biodiversità e il ripopolamento ittico del mare.

Si tratta di interventi che sono all’avanguardia nelle scelte strategiche ambientali marine, legate al recupero di qualità di habitat idonei alla riproduzione di varie specie ittiche in mare e integrati alla fascia costiera. Così ha spiegato l’efficacia delle barriere artificiali sommerse, Otello Giovanardi, ricercatore dell’Ispra di Chioggia, in occasione del seminario tecnico “Le barriere artificiali sommerse, una risorsa multifunzionale per le comunità costiere", tenutosi venerdì al Museo del Porto e organizzato dall’agenzia Laore Sardegna, nell'ambito del programma Fishinmed.

Le strutture sommerse con le loro qualità di habitat, infatti fungono da attrazione per molti organismi marini (plancton e bentos) che vanno a completare la catena trofica nei suoi vari livelli. Angelo Cau dell’Università di Cagliari con la realzione sullo “Stato di salute dei mari di Sardegna: habitat e biologia”, ha spiegato come la presenza dell’ attività di pesca a strascico, osservata tramite i rilievi acustici del fondale anche nelle vicinanze delle strutture, ha contrastato e probabilmente ridimensionato l’effetto di ripopolamento esercitato dalla presenza delle barriere artificiali, poiché rappresenta un sistema di pesca non selettiva che produce spreco di risorse ittiche contenenti proteine nobili ributtate in mare.

Il seminario presentato da Massimo Rocchitta dell’agenzia Laore, ha visto la partecipazione di Giovanni Vargiu in rappresentanza del Parco Asinara, e di Luca Massetti dell’Amp di Capo Caccia intervenuti sugli aspetti normativi delle barrire artificiali e sulla presenza delle Aree marine protette. Hanno partecipato al dibattito moderato da Marco Gerardi (Agenzia Laore): Salvatore Amoroso (Co.pe.ga. Porto Torres), Gaetano De Negri (cooperativa Stintino)ed Emanuele Gosano (cooperativa La Posidonia di Castelsardo).
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