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S.I. 11 giugno 2015
«Province, crack finanziario per politiche sbagliate»
«Si continua ad esaltare l’accordo per il superamento del patto di stabilità e l’introduzione del pareggio di bilancio, che ci consente di spendere tutte le risorse che abbiamo in cassa, ma a quanto pare non abbiamo soldi per fare alcunché»
«Province, crack finanziario per politiche sbagliate»

CAGLIARI - «Nel giustificare la decisione di mettere mano al bilancio della Regione per reperire le risorse necessarie a ripianare il dissesto finanziario in cui versano le Province, la maggioranza, per bocca del presidente della Terza Commissione, mette le mani avanti invitando ad evitare atteggiamenti demagogici: è un segno evidente del fatto che lo stesso centrosinistra sa di avere scelto una posizione che si presta ad essere oggetto di critica e così anticipa la sua linea difensiva» dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, commentando quando deciso stamani nella riunione congiunta della Prima e della Terza Commissione.

«Non c’è dubbio sul fatto che la Regione riuscirà a reperire i fondi per garantire l’erogazione dei servizi e salvaguardare l’occupazione» prosegue Dedoni. “Il fatto è che saranno impiegate risorse che verranno sottratte agli enti locali e ai comparti produttivi, risorse con cui si sarebbero potuti erogare altri servizi e creare sviluppo e nuovi posti di lavoro. Il tutto, non certo per fare fronte a una calamità improvvisa e imprevedibile, ma in conseguenza di scelte politiche stratificate nel corso degli anni da parte di chi, sin dal referendum con cui, nel 2012, i sardi hanno votato a favore dell’abolizione delle Province, si è battuto in prima linea, seppure tenendosi ben lontano dalla luce dei riflettori, nel partito trasversale che ha difeso gli enti intermedi. Da un lato si è boicottata in ogni modo l’attuazione del referendum, dall’altro si è scelto di rinunciare alle risorse aggiuntive che sarebbero entrate nel bilancio della Regione con la piena applicazione dell’art. 8 dello Statuto, vale a dire portando a soluzione la cosiddetta ‘Vertenza Entrate’. Giova ricordare il diverso ordine di cifre di cui si parla: oggi ci si arrabatta per rimediare pochi milioni di euro, mentre con leggerezza si rinuncia a riscuotere miliardi di soldi nostri (solo le accise sui carburanti prodotti in Sardegna, cui la Regione ha rinunciato, valgono almeno un miliardo all’anno)».

«Si continua ad esaltare l’accordo per il superamento del patto di stabilità e l’introduzione del pareggio di bilancio, che ci consente di spendere tutte le risorse che abbiamo in cassa, ma a quanto pare non abbiamo soldi per fare alcunché», conclude il capogruppo. «Queste sono le conseguenze delle politiche di bilancio del centrosinistra. Ben venga la salvaguardia dei posti di lavoro, ma i posti di lavoro non devono essere salvaguardati solo nelle amministrazioni provinciali e nelle società partecipate: c’è da creare le condizioni affinché tutti i sardi che hanno un lavoro possano continuare ad averlo e affinché tutti quelli che non ce l’hanno lo possano trovare, e non sarà certo rinunciando ai suoi soldi che la Regione potrà far ripartire l’economia dell’Isola».



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