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Antonio Sini 5 maggio 2015
Franco Piras si raccontava così
Era un pezzo di storia del calcio locale. La sua vita in una intervista concesso al nostro giornale 5 anni fa. La lucidità su un passato che merita di essere rivisitato. Alguer.it lo ricorda così, parlando al presente
Franco Piras si raccontava così

ALGHERO - Franco Piras classe 1921, è un pezzo di storia vivente del calcio locale. Riesce a parlare di calcio e della sua militanza nell’Alghero con rara lucidità. Certo, ricordare date senza concedere a Franco Piras margini di errore fisiologici, ci è parso quasi impossibile se non impercorribile. Ciò nonostante “Francolino”, così lo chiamano i suoi amici e conoscenti, riesce a spolverare il suo passato ricordando un pezzo di percorso calcistico indelebile, non senza ricordare che si tratta di ricordi che vanno a ritroso di oltre 70 anni. E Franco Piras è un po la storia dell’Alghero calcio, pioniere di quella squadra che ha fatto tanta strada e oggi tanto fa parlare di se.

Mediano incontrista, Franco Piras vestiva la maglia dell’Alghero nel 1944, e ha militato in una squadra che in Sardegna, nel campionato di promozione, ha spopolato. Ricorda con orgoglio i nomi dei suoi compagni: «Tutta brava gente, uomini che in campo erano una forza della natura ma di arattere buono e altruista. Come posso dimenticare uomini come Guido Piras, Giorgio Beltrami, Antonio Calciati, Sandro Goffi, Natalino Pinna, Cosma Demartis, Sebastiano Gabbi, Nino Lobrano, Giuseppe Moscatelli, Benedetto Fanciulli, Miro Izza, Antonio Marinaro, Tore Chelo, Ignazio Manunta, Michele De Giorgio. Giocavamo al Mariotti, ma non c’erano posti a sedere – continua Francolino Piras - la gente stazionava a bordo campo quasi a contatto con i giocatori. E quanta gente veniva a vedere le partite! Ho conosciuto presidente Vacchetti, il direttore dello stabilimento della trasformazione del pomodoro (dove oggi c’è il Piazzale della pace). Poi il presidente nella squadra praticamente non ce n’era, ci auto amministravamo, le spese venivano pagate dagli incassi. Ci compravamo le tute, ricordo che a un Natale abbiamo comprato spumante e panettone e abbiamo brindato. Un evento».

E mentre ricorda il passato Franco Piras rivive le battaglie epiche contro squadre che si chiamavano Calangiunus, Tharros, Ilvamaddalena. E non manca qualche celebre aneddoto: «Le trasferte erano sempre un’avventura, avvenivano in camion e l’autista era Guido Amadori, non ci chiedeva mai niente. Una volta - ricordo - andammo a giocare a Cabu Abis con il camion, per la metà carico di pesce, la rimanenza carica di …calciatori della squadra di calcio dell’Alghero. Ci siamo fermati ad Oristano per sgranchirci le gambe, in un bar, sono riuscito a barattare tre triglie di discrete dimensioni, con mustaccioli per tutta la squadra. Il camion era di proprietà del rivenditore di pesce Cattogno, socio di Scognamillo, era l’anno il 1945». «Eh, che tempi - sussurra Franco Piras».

Smessi i panni di calciatore, Franco Piras sale alla ribalta del calcio locale per aver fondato la sezione locale della Figc-settore giovanile. «Si - afferma - sono stato il fondatore ad Alghero del Comitato locale per il Settore giovanile. Con me collaboravamo Pompeo Sanna delegato arbitri e fungeva da Giudice Sportivo e Franco Manchia che fungeva da Segretario. Ho iniziato con tre squadre: la Catalana di Pino Cuccureddu, La Nettuno e la Libertas del Presidente Ferino. Dopo un anno le squadre iscritte erano già otto (anno 1953). La sede del comitato locale Figc del S.G. era presso la mia cartolibreria in via Carlo Alberto ad Alghero. E li restò per molti anni. Solo intorno agli anni ’70, ci trasferimmo in Via Mazzini all’angolo con Via Cagliari. Sono stato presidente del Settore giovanile per 45 anni ininterrotti. Una vita dedicato a seguire un comitato locale che è cresciuto in maniere incredibile. Ho avuto per questo tanti riconoscimenti. Il premio Ussi una vita per lo sport, una croce al merito del Coni, sono stato nominato Cavaliere della Repubblica per lo sport. Ho ricevuto una medaglia d’oro dal Comitato Regionale Sardo. Tutt’ora sono componente onorario e la Federazione mi attribuisce una tessera con possibilità di accesso alle partite di ogni livello e grado in tribuna d’onore. Nell’arco della mia presidenza ho tesserato circa 35-40 mila giovani».

Si poteva stare tutto il giorno con Franco Piras a ricordare suoi trascorsi, onorificenze e meriti, e non sarebbe bastato, perché di fronte avevamo un “figlio di Alghero”, forse “trascurato” proprio dalla sua città, talvolta ingrata e poco incline a riconoscergli meriti di una vita trascorsa nello sport. E se tutto è iniziato con un sorriso e con il viso che si illuminava nello sciorinare i ricordi, e sfogliare le pagine dell’album fotografico, alla fine l’uomo ha ceduto alla nostalgia e al ricordo di un passato che gli ricorda senza ombra di dubbio la sua gioventù. Ma Franco Piras, il “Francolino” algherese, è un uomo dinamico. Le sue giornate sono sempre piene di impegni che gli generano interesse. E se la campagna lo appassiona il mare non è da meno. E francamente aver conosciuto un uomo di tale spessore, con un trascorso così interessante, quasi monumentale, ci appaga per il tempo dedicato a sfogliare con lui il libro dei ricordi che molto spesso si depone in un cantuccio e si lascia impolverato.
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