E´ solo l´inizio, la speranza è che il progetti d´inclusione sociale riesca nel difficile obbiettivo. Nel frattempo la città balza agli onori della cronaca italiana come modello virtuoso da seguire e imitare
ALGHERO - La città di Alghero fa scuola d'integrazione. Segue alla lettera quelle che sono le direttive comunitarie impartite da Bruxelles e grazie ad una volontà e decisione mai vista prima d'ora, chiude il ghetto di Fertilia, come in molti ormai chiamavano il campo nomadi alle porte della Città di Fondazione giuliana. Il merito principale è del sindaco che in appena sette mesi dal suo insediamento prende a cuore le lamentele giustificate dei residenti di Fertilia e le condizioni inumane in cui vivono da decenni oltre trenta bambini rom a tutti gli effetti algheresi. Inizia così un lungo e intenso lavoro fatto di contatti e promesse. Nasce una sinergia importante tra istituzioni, associazioni e liberi cittadini che insieme costruiscono e seguono un piano articolato d'integrazione e inclusione nella società.
E' rivolto ai più giovani ma comprende tutte e dodici le famiglie che abitano all'Arenosu. Nasce così un piano emergenziale alla base del quale c'è la chiusura immediata del ghetto, ormai inquinato e malsano. Tra i cittadini di Alghero non tutti credono nel miracolo (è infatti da decenni che politici e amministrazioni tentano di trovare soluzioni alternative che puntualmente rimangono sulla carta). Il 29 gennaio si arriva invece ad uno sgombero pacifico, salutato come una liberazione dai rom più giovani, con un po di tristezza dalle generazioni più grandi. Una data storica per la città [
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Per le dodici famiglie il Comune, grazie a 250mila euro messe a disposizione dalla Regione e reperite in tempo record da Mario Bruno, garantisce un affitto in abitazioni dislocate nei diversi quartieri di Alghero. E' solo l'inizio perchè col passare dei mesi il sostegno economico andrà gradualmente diminuendo. Parallelamente arriva il via libera da Cagliari per il finanziamento di 3,6 milioni di euro per nuovi alloggi abitativi: è il segno - dirà il sindaco in più occasioni - all'attenzione per tutti i cittadini in egual misura. Quanto successo ad Alghero non passa inosservato, tutt'altro. Non si contano le inchieste, gli articoli di giornali e quotidiani, le interviste e gli speciali che rilanciano il modello-Alghero. Un eco che arriva a Bruxelles dove si esprime il commissario per i rifugiati, passando per il Parlamento italiano.