Mettendo da parte per una volta gli aspetti politici e organizzativi della vicenda, l'Osservatorio del Turismo ha presentato nelle scorse settimane il report annuale sulla stagione estiva in Riviera del Corallo, mettendo in evidenza gli unici dati esistenti sulla manifestazione che fa discutere l'intera Sardegna. I conti dell'osservatorio universitario: 300 pernottamenti in hotel nei giorni del rally in città nel 2014 e oltre 300mila euro "abbuonati" di tasse comunali. Circa un milione di euro il finanziamento pubblico. Enorme e incalcolabile il ritorno d'immagine per la Sardegna
ALGHERO - A meno di tre mesi dalle gare programmate per la metà di giugno (da giovedì 11 a domenica 14), il Rally d'Italia in Sardegna resta un'incognita tutta politica. Travolto dalle polemiche sulla sede e il contributo regionale, la manifestazione automobilistica mondiale rischia di saltare in futuro nonostante gli organizzatori procedano nella tabella di marcia programmata dall'Aci, con quartier generale Alghero. Probabilmente spiragli di ottimismo sono arrivati dal recente incontro a Roma tra il presidente dell'associazione Angelo Sticchi Damiani e il governatore sardo Francesco Pigliaru [
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Mettendo da parte per una volta gli aspetti politici e organizzativi della vicenda, il IX rapporto sul Turismo, effettuato dal gruppo di lavoro del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica di Alghero, col laboratorio Turismi e Territorio (responsabile scientifico Arnaldo Cecchini, a cura di Cristian Cannaos, Giuseppe Onni e con il contributo di Ivan Blečić, Giovanna Fancello e Dario Canu) ha presentato nelle scorse esettimane il report annuale sulla stagione estiva in Riviera del corallo [
LEGGI], sviluppando un approfondimento sulle ricadute della manifestazione approdata in città lo scorso anno, dopo le precedenti edizioni olbiesi (ad oggi risultano anche gli unici dati pubblici della manifestazione). Partendo dagli arrivi e dalle presenze nello stesso periodo (giugno), il confronto tra il 2013 e il 2014 (anno del rally) risulta sorprendentemente a vantaggio del primo anno (seppur lieve) sulle presenze (133.325 nel 2013 contro i 129.505 del 2014), mentre gli arrivi hanno premiato il 2014 (178.768 del 2013 contro i 181.020 del 2014).
Grazie anche ai numeri messi a disposizione dalle strutture del Consorzio Turistico Riviera del Corallo (che racchiude un rilevante numero di strutture ricettive nel territorio), l'analisi dell'Osservatorio si concentra sulle prime due settimane di giugno, sempre nel rapporto tra le due annate. Nel dossier, su 15 giorni a cavallo dell'evento, 5 hanno differenze negative, mentre per 10 c’è un aumento dei pernottamenti da attribuirsi certamente al Rally: circa 350 persone tra team, staff e sponsor ma solo poche decine tra gli "aficionados" delle gare. A questi vanno aggiunti gli escursionisti intesi come turisti interni che non hanno avuto bisogno di dormire in strutture ricettive, e i residenti algheresi che hanno comunque partecipato ai vari eventi «su cui gli esercenti intervistati e le associazioni di categoria hanno avanzato cifre intorno alle 4mila presenze».
L'Osservatorio indica quindi in albergatori (per i 350 pernottamenti e il quartier generale) e ristoratori le due categorie che avrebbero tratto i benefici maggiori. In reatà una veloce intervista sul campo vede la categoria di questi ultimi (ristoratori) molto differenziata, con larghi settori di scontentezza. A questi vanno aggiunti i ritorni diretti agli organizzatori sul campo, qualche servizio appaltato e poco di più. Se il ritorno d'immagine per la Sardegna come destinazione turistica, considerando anche che tutte le tappe si svolgevano da Cagliari alla Gallura sul territorio isolano, può considerarsi incalcolabile (nel vero senso del termine), più certo è quello sulla città di Alghero: al netto delle premiazioni sulla banchina del porto, con l'immagine del tuffo dal molo che, almeno come didascalia, ha riportato "Alghero" in molte testate di settore, mancano dati certificati sui reali passaggi televisivi (si calcolano in secondi) riconducibili al territorio algherese andati in onda sul circuito Wrc delle televisioni mondiali. Assenza di dati che fa pendere la lancetta intorno allo zero, anche perchè nessuno nel 2014 li ha pattuiti con l'organizzazione.
A fronte delle ricadute, l'Osservatorio prende in considerazione gli investimenti pubblici locali (il contributo della Regione per il 2014 è stato di 900mila euro) ma anche i mancati introiti. La Fondazione Meta ha destinato 40mila euro ma sono le cifre "abbuonate" sui servizi e le tasse a balzare nell'occhio. Secondo il report universitario superano i 300mila euro tra la Tosap (290mila per il suolo pubblico) e la Tari (30mila euro per i rifiuti). Senza contare i costi indiretti per l'impegno del personale comunale nella gestione della manifestazione. Si tratta di un bilancio incompleto, seppur l'unico, ammettono dall'Osservatorio, che sottolinea comunque la grande validità delle rilevazioni: Per questo serve nel futuro (ormai prossimo) un lavoro di monitoraggio durante l’evento, «per capire chi c’è, cosa fa, quanto spende, come si muove e come la città partecipa a quest’evento e quali spazi vengono messi in gioco; ogni volta andrebbero valutati ricadute e impatti per poter poi ragionare sull’opportunità di ripeterlo e per poter intervenire e migliorare le ricadute positive e limitare quelle negative» sottolinea il gruppo di lavoro. Insomma, Alghero è pronta per il Wrc 2015, con la speranza di confermare e aumentare le manifestazioni di tale portata.
Nella foto: il quartier generale Citroen nel Piazzale della Pace di Alghero