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Cor 3 giugno 2006
La Uilcem contro la devolution
Il segretario generale della sezione provinciale di Sassari, Cici Peis, si schiera con il partito del No
La Uilcem contro la devolution

ALGHERO - La Uilcem Uil di Sassari si schiera con il partito del No in occasione del voto referendario del 25 e 26 giugno. Secondo quanto dichiarato dal segretario generale Cici Peis: «La devolution indebolirà il ruolo solidaristico rispetto al diritto al lavoro, alla piena dignità sociale, alla effettiva eguaglianza di tutti i cittadini e agli indirizzi di giustizia sociale».

«La straordinaria attualità e lungimiranza della nostra Costituzione, che ci accompagna dal ’48 è rappresentata dai principi e dai valori che rispecchiano l’identità del popolo italiano ed è frutto della pluralità delle culture e delle opinioni politiche esistenti nel momento storico in cui è stata progettata, e i principi della democrazia e della coesione nazionale su cui si basa, sono e devono rimanere validi nel tempo e se le mutate condizioni politiche, economiche e sociali hanno determinato l’esigenza di una riforma e di un aggiornamento degli assetti Istituzionali dello Stato, non si possono compromettere i valori dei principi ispiratori», prosegue Peis.

«Le riforme Costituzionali del 1999 e del 2001, hanno tentato di dare delle risposte all’esigenza della stabilità degli esecutivi e di ripensare in chiave federale la forma dello Stato, con l’entrata in vigore di nuove leggi elettorali e del decentramento amministrativo, ma riforme più complessive della Costituzione che modificano le condizioni del patto sociale tra tutti i cittadini devono essere ampiamente condivise e nessuno può arrogarsi il diritto di decidere a colpi di maggioranza. La devolution, con l’attribuzione di competenze esclusive alle Regioni su diritti quali la salute, l’istruzione e la sicurezza, creerà inevitabilmente differenziazioni territoriali nel godimento dei diritti inviolabili dei cittadini, in netto contrasto con il federalismo cooperativo e solidale, che condividiamo, per una forma di Stato che tenga unito il Paese valorizzandone le differenze, accrescendo responsabilità, efficienza ed efficacia e sostenendo la sussidiarietà istituzionale e sociale».

Sotto il profilo sindacale, secondo il portavoce della Uilcem «la devolution comprometterebbe l’unitarietà dei contratti nazionali di lavoro per le categorie dei settori interessati dal trasferimento delle competenze esclusive alle Regioni. Ciò significherebbe tornare alle già conosciute “gabbie salariali” dove il lavoratore del nord guadagnava il doppio di quello del meridione pur svolgendo le stesse mansioni sia di basso che di alto profilo. I tentativi di depotenziamento dei contratti di lavoro li avvertiamo tutti in questa fase contrattuale dei rinnovi, soprattutto sui temi del salario e dei diritti e delle garanzie sulla Salute, sulla Formazione e sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro.

Sul tema della forma di governo, il sindacato ritiene «la stabilità degli esecutivi un’esigenza inderogabile, nell’ambito di un processo che garantisca l’esigenza di assicurare il concetto, come previsto dalla Costituzione, di chiare modalità di rapporto per favorire la partecipazione delle forze sociali e del sindacato al confronto e alla concertazione delle scelte,rispettosa, in ogni caso, delle specifiche responsabilità di ognuno, considerato che questa riforma, da abrogare con un NO, rappresenta la definitiva cancellazione della democrazia partecipativa, culminata con l’azione del governo della scorsa legislatura che ha preteso di esaurire il proprio rapporto con l’elettore subito dopo il mandato elettorale e per quanto attiene al sindacato, ha significato la rimozione della politica dei redditi, di un reale confronto sulle riforme e delle difficoltà nella contrattazione a tutela dei lavoratori».

Nella foto il segretario provinciale Uilcem Cici Peis



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